giovedì 10 aprile 2014

Personaggi: Giovanni Golvelli

Uno dei personaggi che stimo di più nella comunità podistica e in modo particolare nella Podistica Solidarietà, è il mitico Giovanni Golvelli, una figura quasi leggendaria, che incontri in tutte le gare, perché lui le corre praticamente TUTTE. Un personaggio "eccezionale" sotto tutti i profili, in modo particolare sotto il profilo umano. A descrivere Giovanni in questo post è suo fratello Ettore, lo scrittore della famiglia, nonché suo "compagno di merende", come ama definirsi. Una coppia che ti riconcilia con la passione della vita e della corsa. Se qualcuno mi avesse chiesto di descrivere Giovanni Golvelli con una figura retorica, avrei detto un FARO. E per questa ragione sono rimasto stupito quando ho saputo che questo in fondo era il nomignolo con cui l'appellavano gli amici. Tanta stima da parte mia fratelli Golvelli.

Prima di lasciare spazio a questa "dedica" voglio solo ricordare alcuni numeri che caratterizzano la carriera podistica di Giovanni Golvelli, una carriera iniziata solo pochi anni fa.
Giovanni cominicia a correre nel 2006 e corre "solo" 33 gare per un totale di 365 km. Nel 2007 raggiunge la quota di 90 gare e di 951 km. E' un escalation: le gare sono 116 nel 2008 e i km 1.200. Nel 2009 raggiunge il suo record assoluto di gare, 128, per un totale di 1.244 km. Nel 2010 invece aumenta i km, 1.417, con 125 gare all'attivo. Nel 2011 comincia a "rallentare", appena 101 gare e 1.111 km. Nel 2012 si ferma a un totale di 99 gare e 1.180 km. Il record di km lo raggiunge nel 2013, 1.548, con un totale di 117 km. Corre su strada, sui percorsi del Trail e delle Skyrace, copre tutte le distanze e nel 2013 è diventato ufficialmente un ultramaratoneta.

Il mio compagno di merende preferito - di Ettore Golvelli

Descrivere mio fratello Giovanni non è facile ma ci proverò lo stesso, cercando prima di tutto di essere abbastanza obiettivo. Lo farò attraverso un percorso temporale, elencando i periodi che ci hanno visto condividere insieme tutte le esperienze che due fratelli, con lo stesso carattere ribelle, vivono alla loro età e,  nel contempo, elencando tutte le sue caratteristiche fisiche e caratteriali.

Da buon fratello maggiore  Giovanni e' stato sempre un po' una guida per me, tanto che a distanza di anni un mio amico, che di queste cose se ne intendeva, lo soprannominò "IL FARO". Ed è vero. Lui è sempre stato un modello da imitare, da seguire, anche se ogni volta che lo seguivo in qualche sua impresa mi sono sempre ritrovato in un mare di guai.

Da piccoli ne facevamo di tutti i colori: si andava a rubare le mele nei frutteti appena irrorati con antiparassitari e lui una volta rimase intossicato con un bel mal di pancia per parecchi giorni. Un giorno rubammo il cavallo a mio zio per andare a cavalcare mentre lui faceva la siesta pomeridiana in estate: al ritorno trovammo nostro padre che ci aspettava con la cinghia dei pantaloni  a mo' di frustino per la..... giusta ricompensa.  Nel porto di Torre Annunziata anadavamo a rubare le cozze negli allevamenti privati e lui (sempre lui) prese il...Tifo. Rubavamo la macchina al cognato Francesco e, senza patente, andavamo a scorrazzare in giro per ragazze o al mare per fare tuffi pericolosi: puntualmente arrivavano multe per strani parcheggi.

Mitica la fuga dall'ospedale S. Giovanni per fare una corsa al lago e poi ritornare in ospedale in pigiama e pantofole (roba molto recente).
Insomma due autentici "COMPAGNI DI MERENDE" in grande stile.
A scuola lui non "decollava" e così, a 16 anni, si arruolò nell'Aeronautica Militare come Sottufficiale.
Così ci siamo un po' persi di vista, ma comunque il suo spirito ribelle ed irrequieto lo ha sempre accompagnato per tutta la sua vita.
Ha giocato a "calcio" fino a 30 anni in alcune società calcistiche romane e poi, una volta finito l'amore calcistico, lo ha sostituito con quello ciclistico. In 12 anni di carriera sulle due ruote ha ottenuto belle soddisfazioni per i suoi ottimi risultati ma ha anche collezionato tante fratture in altrettante cadute.
A 42 anni si è dato allo sport dei vecchietti: le bocce, uno sport sicuramente meno pericoloso, ottenendo tanti buoni risultati ma anche tanta noia.
A 57 anni, ha ceduto alle mie pressioni ed è passato finalmente allo sport attuale: il podismo.

Galeotto fu anche Rodolfo Rossini (papà di Massimiliano) che gli presento il mitico Presidente Pino Coccia, e l'amore stavolta sarà sicuramente eterno.

In Aeronautica é stato un pessimo specialista: per tanti anni non ha visto un aereo  e quando una volta lo portai in un aeroporto militare  non fu capace di distinguere un aereo militare da uno civile. Amava la caccia, la pesca, la ricerca di funghi, lumache, ed altri animali..... strani.

Come qualità fisiche lui è energico e resistente anche in situazioni critiche. Mentalmente è instancabile, soprattutto per le cose che gli interessano. E' molto determinato e sicuro ed affronta con decisione e fermezza ogni tipo di situazione; quando c'è rischio diventa ardito, audace. Esprime normalmente valori positivi nei rapporti umani e si pone sempre come buon esempio per correttezza, rettitudine e coerenza.

E' leale  e sincero, e riscuote facilmente stima e apprezzamento da parte di chi  frequenta.

In gruppo tende a far prevalere le proprie idee anche se poi collabora lo stesso, assumendo generalmente un atteggiamento costruttivo. Come capacità relazionale è generalmente socievole ed intrattiene adeguati  rapporti interpersonali ma, sotto sotto, è irrequieto, testa dura, e persegue sempre i suoi obiettivi anche a costo di pagarne le conseguenze.

Ha le sue idee e cerca sempre di realizzarle. Ascolta per educazione gli altri ma fa sempre di testa sua. È sempre motivato in tutte le cose che decide di fare e cerca sempre di dare il meglio di sé.

In tutte le sue decisioni  e' sempre sicuro e determinato ed è sempre diretto  nei suoi approcci con le persone. Un po' egoista, uno po' egocentrico, accetta essere criticato per le sue innumerevoli pazzie e ne fa tesoro ma non esce mai dai suoi schemi mentali.

I suoi comandamenti sono i principi che lui persegue sempre.

Lo sport e' stato un toccasana per lui in quanto ha sempre scaricato in esso tutta la sua energia, tutta la sua irrequietudine. Giovanni ama il podismo perché si diverte e scarica nella corsa tutti i suoi problemi fisici e mentali; dopo una corsa lui è diverso, diventa un altro ma in senso positivo.

E' un cavallo di razza e adora la competizione. Misura sempre se stesso attraverso le sue "performance"  e si confronta orgogliosamente con gli altri.

Non ama perdere e, se succede, appena dopo s'ingegna  già come fare per rifarsi la prossima volta.

Ama la sua famiglia, adora i suoi nipotini, stima suo genero. La famiglia è il suo rifugio e, nel contempo, la fonte per ricaricare  le sue batterie ed iniziare una nuova battaglia.

In bocca lupo caro fratello, per tutte le tue battaglie personali e quelle per la tua famiglia.

Che la forza e il coraggio che ti ha accompagnato fino ad adesso ti tenga compagnia sempre...fino al termine della nostra ultima corsa.

Ciao, a presto.
Ettore

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