lunedì 26 maggio 2014

Obiettivo solidale raggiunto

Quando al 12' km dell'Ecotrail dei Monti della Tolfa sono finito lungo per terra e ho sentito una forte fitta alla caviglia destra, nella mia mente si è materializzata subito la Tibur Eco Maratona.
 
Ero venuto a Tolfa per mettere un po' di chilometri nelle gambe in vista di questo appuntamento, ma per paradosso, la partecipazione a questa corsa, e la conseguente caduta, avevano messo fine al mio sogno di conquistare la medaglia di "finisher" della prima edizione della Tibur Eco Maratona.
 
Prima di arrendermi all'evidenza le ho provate tutte, cercando di accelerare al massimo i tempi di recupero e puntando su un improbabile "miracolo". Volevo esserci a tutti i costi, anche per il valore solidale che questa corsa aveva assunto, con la consolidata collaborazione avviata con l'Associazione Malati Ipertensione Polmonare e con l'intento di destinare tutti i proventi della gara al Villaggio Don Bosco di Tivoli.
 
La mattina della gara mi sono presentato al raduno pre-gara ancora speranzoso di farcela nonostante i segnali di sofferenza che arrivavano dalla mia caviglia, ma l'ultimo test prima della partenza mi faceva recedere dal mio folle intento.
 
Cambio di pettorale e "servizio scopa" nella prova di 21 km. Tanta sofferenza per completare il percorso "ostico" della  Tibur Ecotrail, con la bella sensazione di aver fatto qualcosa di utile per un evento che lo meritava. Lo meritava l'evento, con le già citate finalità solidali, e lo meritavano Massimiliano Rossini e Serena Latini che avevano dato "il fritto" per quell'evento. 
 
Oggi, dopo aver visto le immagini che ritraggono gli amici della Tibur Ecotrail recarsi al Villaggio Don Bosco per consegnare il ricavato di questa corsa, sono ancora più orgoglioso di aver dato il mio piccolo contributo, andando oltre la "saggezza" che mi avrebbe consigliato di riposare.
 
Una donazione che fa soprattutto onore a questo gruppo che si dimostra sempre particolarmente  sensibile ai temi della solidarietà. Una donazione che da valore alla partecipazione di tutti gli atleti che si sono cimentati sia nella prova di 21 km sia nella prova di 42 km.  

domenica 18 maggio 2014

Per una giusta causa

Personalmente non considero la Race for the Cure una corsa, la considero una grande festa di popolo a favore di una "giusta causa", quella della prevenzione e della cura del tumore al seno.
    
Al di là dell'obiettivo principale, che rimane quello della "raccolta fondi", io credo che questa giornata sia un modo concreto di esprimere solidarietà a tutte le donne che si battono o che si sono battute contro questa "infame" malattia (come altro definire una malattia che colpisce le donne) e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione.
 
Le oltre 70.000 persone di tutte le età che oggi hanno attraversato il cuore della capitale, correndo oppure passeggiando, hanno offerto una grande prova di solidarietà che è andata ben oltre lo scopo specifico della manifestazione. 
  
Questa miriade di persone che si è "messa in movimento", per percorrere i 5.000 metri di questo suggestivo percorso ha in fondo espresso un ulteriore messaggio: quello del "movimento" come forma di "benessere" e "prevenzione"
 
E' per questo che oggi tanti podisti hanno preferito interpretare questa gara non tanto come una corsa agonistica, ma come un modo di coinvolgere familiari e amici in un grande evento, condividendo con loro il piacere di "mettersi in moto", e per una giusta causa.
 

domenica 11 maggio 2014

Un weekend all'INFERNO

Un weekend terribile, terribilmente faticoso, ma terribilmente divertente, iniziato con la mia prima "MUD RUN" e terminato con una gara di 10 km con un percorso bellissimo ma certamente impegnativo.
 
Ma andiamo con ordine e ritorniamo a un paio di mesi fa quando, colto da un improvviso raptus, formalizzavo la mia iscrizione a una "corsa pazza" il cui nome "INFERNO" non lasciava spazio ad equivoci.
 
Ieri sono arrivato a Firenze, al mio appuntamento con l'INFERNO, con tanti dubbi, la maggior parte dovuti al mio recente infortunio: fare una corsa di questo tipo, con la prospettiva di dover affrontare 34 ostacoli con una caviglia in disordine, bloccata da un rigido tutore, non è proprio il massimo della tranquillità.
  
Fortunatamente la presenza rassicurante di amici come Iolanda, Alessandro, Marco e Valter, la splendida giornata e la bellezza del Parco dei Renai contribuiscono restituirmi qualche certezza in vista della partenza. 
 
Ma i 34 ostacoli previsti dal programma sono lì per tendere agguati continui alla mia caviglia, e non solo alla mia caviglia, visto che alla fine della gara avrò dolori sparsi in tutto il corpo anche a causa delle cadute accumulate nella "Lorda Pozza", certamente il peggiore, ma anche il più divertente, degli ostacoli superati. La "Lorda Pozza" è una sequenza di pozze ricolme di fango argilloso, dalle quali è veramente difficile riemergere. Solo le poderose spinte di chi ti segue e le mani generose di chi ti precede ti consentono di risalire sull'argine, per poi cadere ancora nella successiva pozza e ricominciare da capo.
  

martedì 6 maggio 2014

Trail Running - #2 - il percorso

Il Trail Running è una particolare variante della corsa, o più in generale del podismo, che si svolge su percorsi di montagna, quei percorsi cioè che sono tipici dell'escursionismo. Gli stradisti che affrontano le prime prove Trail si pongono una serie di domande su questa specifica specialità. Io con questi post dedicati cerco di fornire qualche risposta a queste domande raccontando la mia esperienza di "tap runner", cioè di uno che affronta il Trail con uno spirito moderatamente competitivo, senza l'assillo del tempo e della velocità.
  
Il percorso nel Trail è una variabile molto critica, perché in un bosco è possibile smarrire la "retta via" (e magari ritrovarsi in una selva oscura) e chiaramente non tutti i bivi possono essere presidiati dal personale dell'organizzazione.  
 
La segnalazione del percorso, il cosiddetto BALISAGGIO, viene realizzato utilizzando le RUBALISE, strisce realizzate con il nastro segnaletico bianco-rosso utilizzato normalmente nei cantieri o per le segnalazioni stradali. Comunemente il nastro viene legato ai rami degli alberi, con una distanza tra un segnale e un altro che varia da Trail a Trail e che comunque è condizionata dalle caratteristiche del percorso stesso. Quando non ci sono alberi, il nastro viene legato ad altri supporti, a volte anche a paletti piantati per l'occasione. A volte il nastro può assumere colorazioni diverse e in talune occasioni può riportare il logo e la descrizione dello sponsor.  
 
Nelle situazioni di criticità, soprattutto nei bivi dove si può sbagliare sentiero, le segnalazioni vengono rafforzate con l'uso di cartelli e frecce di vario tipo. In ogni caso è fondamentale verificare sempre la presenza dei nastri, perché se dopo una certa distanza non si vedono più questi segnali è opportuno fermarsi e tornare indietro per verificare bene se si è sbagliato strada.
 

Race for the Children

Correre per i bambini, correre per un progetto importante e concreto come quello di costruire un centro per l'infanzia nel III Municipio, dove poter accogliere fino a 10 bambini nella fascia di età tra  0 e 3 anni: neonati in condizioni di abbandono alla nascita o in situazioni di rischio per la propria crescita psico-fisica, o bambini vittime di maltrattamenti.
   
Questo nobile obiettivo è alla base di una gara competitiva di 10 km che si correrà domenica 11 maggio, a Montesacro, nel Parco dell'Aniene, con un percorso misto, con presenza di tratti in asfalto e tratti campestri. Ritrovo alle ore 7.30 a Piazza Sempione, con partenza prevista per le ore 9.30. E' prevista anche una prova non competitiva, aperta a tutti, di 2,5 km.
  
Pensate che la quota di iscrizione di 10€ verrà interamente utilizzata per la realizzazione del progetto "Una casa per i bimbi"...anche se agli atleti verrà comunque consegnato un "pacco gara". 
  
Con mio grande rammarico non potrò partecipare per impegni presi in precedenza, ma ho comunque formalizzato la mia iscrizione alla gara per poter contribuire alla realizzazione di questo piccolo grande sogno dell'associazione onlus Roberta for Children (www.robertaforchildren.org). All'organizzazione della gara partecipano anche gli amici del Progetto Fillipide, sempre in prima fila quando sport e solidarietà si incontrano in iniziative come queste.
   
Per iscriversi si può procedere online (cliccando qui), oppure presso il negozio Italsport (in Via di Priscilla 73), oppure la mattina della gara in Piazza Sempione, fino alle ore 8.30.  
   
Per i podisti un'altra occasione per trasformare la propria passione in un atto di solidarietà concreta a favore dei bambini.

domenica 4 maggio 2014

Eravamo 4 amici al bar...

"Eravamo 4 amici al bar", così recita una famosa canzone di Gino Paoli. Anche il progetto "il mio respiro per chi è rimasto senza" è nato in un bar, in un incontro tra quelli che solo successivamente sarebbero diventati amici. Eravamo effettivamente in 4: io, Vittorio, Annalena e Luisa, ed era la prima volta che ci incontravamo, perché fino a quel momento avevamo solo comunicato via mail.
   
Gli amici di Gino Paoli volevano "cambiare il mondo", certamente un grande obiettivo. Noi non volevamo cambiare il mondo, ma "cambiare la vita di tante persone" che lottano contro una malattia carogna. Il nostro progetto era quello di coinvolgere il mondo della corsa in questa lotta, ma in quel momento, questo obiettivo era poco più di un sogno.
  
Oggi, durante la Tibur Eco Maratona, vedendo tanti riferimenti a questa "lotta senza quartiere" contro l'Ipertensione Polmonare, guardando gli atleti che arrivavano al traguardo indossare la maglietta che celebrava la "giornata mondiale della lotta all'Ipertensione Polmonare", incontrando tanti amici dell'AMIP alla partenza, e poi ancora sul percorso, e infine all'arrivo, ho capito che quei "4 amici al bar" avevano fatto dei passi da gigante e nella direzione giusta. 
  
Sì, "eravamo 4 amici al bar", mentre adesso siamo tantissimi amici che si incontrano sui "campi di gara" per dare visibilità a questa malattia rara, perché l'informazione è la prima forma di lotta contro questa malattia, perché l'informazione può salvare concretamente la vita a delle persone. Perché "insieme si può".
  
E se oggi siamo così tanti lo dobbiamo ai podisti che hanno saputo sognare insieme a noi, lo dobbiamo agli atleti della Podistica Solidarietà e della Tibur Eco Trail, ma lo dobbiamo anche a due personaggi fantastici: Massimiliano Rossini e Serena Latini, che oggi hanno realizzato un loro sogno, quello di abbinare alla Tibur Eco Trail di 21 km, la Tibur Eco Maratona di 42 km, un abbinamento riuscitissimo per un evento che si è rivelato eccezionale.