lunedì 31 marzo 2014

Maratona di Roma: insieme si può

In questo articolo pubblicato dall'Osservatorio delle Malattie Rare una mirabile sintesi del rapporto che lega la corsa alla battaglia contro l'Ipertensione Polmonare, quel rapporto che ha dato vita al progetto "il mio respiro per chi è rimasto senza".

L'Ipertensione Polmonare è una malattia rara che letteralmente "toglie il fiato" alle persone che hanno la sfortuna di esserne colpite. Queste possono avere ogni età, dai neonati ai vecchietti, la maggioranza comunque sono donne in età fertile, spesso giovani mamme. Fino a pochi anni fa le prognosi erano decisamente infauste con un'aspettativa di vita ridottissima, oggi, grazie alle terapie innovative disponibili, molte persone riescono a convivere con la malattia conservando, inoltre, una qualità della vita accettabile. Si capisce bene, perciò, quanto sia importante che la malattia venga conosciuta e, dunque, diagnosticata per tempo e trattata adeguatamente da specialisti competenti. L'estrema rarità della patologia costituisce un serio problema ed una sfida: letteralmente informare vuol dire salvare! 
A questo scopo l'Associazione Malati di Ipertensione Polmonare AMIP onlus, ha voluto prendere parte anche quest'anno alla vasta campagna di sensibilizzazione sulla malattia denominata GET BREATHLESS FOR PH (rimani senza fiato per l'IP) con la quale le associazioni dei pazienti IP di tutto il mondo chiedono agli SPORTIVI, che di fiato ne hanno in abbondanza, aiuto e visibilità per diffondere le informazioni sulla malattia che possono salvare la vita!


domenica 30 marzo 2014

Correre nella Natura - il Trail della Capitale


Domenica 30 marzo è ricominciata la mia stagione delle corse "fuori strada", sui sentieri plasmati dalla natura, dove corsa fa rima con divertimento e avventura. Il Trail della Capitale, 15 km nella zona di Monte Cavo...tanta natura alle porte di Roma.

Continuo ad intercettare discussioni che riguardano la diatriba tra la corsa su strada e la corsa nella natura, il cosiddetto “trail running”; una diatriba che secondo me non ha alcuna ragione di esistere.
Già perché non può esistere una disciplina migliore delle altre in senso assoluto, ma può esistere una disciplina che risponde meglio alle proprie motivazioni più profonde, quelle per cui ognuno di noi allaccia le proprie scarpe e comincia a correre.

Dal mio particolare punto di vista, quello di uno che comunque alterna entrambe le discipline, la preferenza va senza alcun dubbio al trail, perché le sensazioni che provo correndo nella natura sono decisamente superiori a quelle che provo quando corro su strada.

Nessuno scenario plasmato artificialmente dall’uomo è per me paragonabile a uno scenario prodotto dall’azione secolare della natura.

E poi anche lo “spirito trail” è decisamente più in sintonia con le mie “corde”, con il mio modo di interpretare la corsa. Uno spirito di grande condivisione, dove il piacere di stare insieme tende a prevalere sulla voglia di primeggiare. Se non fosse per l’aspetto logistico, che nel mio caso è spesso penalizzante e più complesso da gestire, credo che la mia stagione podistica si consumerebbe interamente “off-the-road”.

Domenica scorsa ho potuto riabbracciare simbolicamente il trail, dopo una pausa di qualche mese, e ho subito riprovato quelle meravigliose sensazioni che solo queste corse riescono a regalarti. Sto parlando del Trail della Capitale, che si è svolto su un percorso completamente rinnovato e che ho trovato a dir poco fantastico. Una sensazione completamente opposta a quella provata nella scorsa edizione, quando ero rimasto un po’ deluso sia dal percorso sia dall’organizzazione complessiva. In questa edizione sono rimasto invece positivamente impressionato dalla bellissima e funzionale ambientazione dell’area ritrovo, dalla gradevole atmosfera che si respirava in ogni momento e dall'eccezionale percorso, da gustare dal 1’ al 15’ chilometro.


venerdì 28 marzo 2014

La stanchezza del Runner: lo stress ossidativo

Dopo una prova sulle lunghe distanze o comunque dopo un periodo di intenso allenamento, come quello a cui si sottopone un Runner prima di una Maratona, si può andare incontro a un periodo di stanchezza e depressione del sistema immunitario. Questo fenomeno può essere legato al cosiddetto stress ossidativo.
L'articolo è stato tratto dal sito de La Strada del Benessere (http://www.lastradadelbenessere.it/pratica-sportiva/running/stress-ossidativo.htm)

Nel nostro organismo esiste un equilibrio fra la produzione e lo “smaltimento” dei radicali liberi, prodotti di “scarto” che si formano naturalmente all’interno delle cellule del nostro corpo. La rottura di questo equilibrio è chiamato stress ossidativo.
Lo stress ossidativo può accelerare il fisiologico processo di invecchiamento e provocare l’insorgenza di numerose malattie. A provocare lo stress ossidativo contribuiscono fattori chimici come farmaci, alcol, fumo, [...]; fattori biologici come malattie infettive, ansia, stati depressivi, [...]; ma anche un'attività fisica molto intensa.
Nel loro libro "Papaia - Un'alleata per la salute" Margherita Enrico, Pierre Mantello e Luc Montagnier rispondono ad alcune domande inerenti gli effetti dell'esercizio fisico e le soluzioni per combatterlo.
[...]

L'esercizio fisico è sempre considerato benefico per l'organismo?
In generale sì, ma bisogna comunque tener conto di due fattori personali: la costituzione fisica e il livello di allenamento. Se l'intensità dello sforzo non è adatta a chi lo compie, anche lo sport può diventare nocivo. Il mantenimento di una buona salute e la garanzia di una soddisfacente forma fisica sono favoriti dalla pratica di un'attività sportiva regolare e moderata. Numerosi studi hanno dimostrato che quando questa è condotta a livello agonistico può provocare uno stress ossidativo rilevante.
Quando un esercizio fisico può essere dannoso per l'organismo?
Un esercizio non adatto può provocare due conseguenze:
  • Eccesso di radicali liberi dell'ossigeno che causa ferite da stress ossidativo
  • Diminuzione dell'efficacia del sistema immunitario che rafforza la suscettibilità delle infezioni

martedì 25 marzo 2014

La grande Bellezza

La Maratona di Roma vista da Germana Bartolucci, un'atleta della Podistica Solidarietà che torna a cimentarsi sulla prova "regina" delle lunghe distanze dopo qualche anno di "pausa". Germana, in questo scritto, trasmette mirabilmente le emozioni provate. Questo resoconto è già stato pubblicato sul sito della Podistica Solidarietà.

Non pensavo di voler scrivere un resoconto sulla Maratona di Roma.
La scarsa preparazione per affrontarla e la troppa ansia che avevo vissuto per l'evento nei giorni precedenti, me la facevano pensare un po' come ad una "spina nel fianco", solo da togliersi.
Invece quello che inaspettatamente m'ha regalato questa giornata vale la pena essere raccontato, anche se è difficile dar voce alle emozioni. Se la pelle potesse parlare...
 
Mi fa pensare, che il simbolo della Podistica sia un cuore. Non è certamente un caso.
 
Questo è stato per me questa giornata :"Un unico grande cuore che ha abbracciato tutti"! Mi dispiace solo non essere riuscita a vedermi con tutta la squadra, prima della partenza, in occasione della foto sociale. Molti dei nostri comunque li avrei incontrati durante il percorso.
 
La mattinata non è di quelle che annunciano la neo entrata primavera. Il cielo è cupo e pochi minuti della partenza una grandinata si abbatte sugli atleti.
Ci si piega tutti l'uno contro l'altro, quella moltitudine di persone alla fine genera calore a dispetto del freddo e degli abiti bagnati.
Mi soffermo qualche minuto ad osservare quello scenario di vite intorno a me.
Chissà qual è la storia di ognuna di quelle 19.000 anime!
 

domenica 23 marzo 2014

Maratona di Roma 2014 - Firenze è finalmente archiviata


   
Cosa c'entra Firenze con la Maratona di Roma? L'ultima Maratona corsa da me prima della Maratona di Roma, era stata proprio la Maratona di Firenze, nel novembre del 2013, conclusa con il mio primo ritiro, avvenuto al 22' km, a causa di una sequenza di problemi fisici originati da un'infiammazione alla spalla sinistra, precisamente al muscolo "sopraspinato". Un ritiro che aveva lasciato un segno nella mia convinzione e che non era stato ancora metabolizzato.

Quindi c’era il ritiro di Firenze da archiviare, e c’era anche l’Associazione Malati Ipertensione Polmonare da sostenere, e c’erano i sempre più vicini 50 anni da esorcizzare. Prima di questa Maratona di Roma, c’erano tutte le motivazioni per tagliare questo traguardo e conquistare la medaglia del ventennale.

Certo, non potevo pretendere più di tanto. La mia preparazione a questi appuntamenti è sempre un po’ approssimativa e i chilometri accumulati in allenamento sono sempre troppo pochi rispetto all’obiettivo. Però volevo fare meglio dello scorso anno e piano piano riavvicinarmi ai livelli del 2012. Tolgo subito ogni dubbio ai “top runner” che possono leggere incidentalmente questo post, i miei livelli del 2012 sono sempre roba da “TAP”, da uno che si è improvvisato runner a 47 anni non può pretendere molto di più.

Del resto io sono uno che corre solamente per sfidare me stesso, anzi l’altro me stesso, quello che aspirava a diventare Campione del Mondo di “divanismo”, una specialità che però non è ancora riconosciuta tra le specialità olimpiche. Posso quindi accontentarmi del passaggio da “divanista” a “maratoneta” e ignorare la questione cronometrica.

E poi, come già detto in precedenza, c’era quel ritiro di Firenze, che aveva incrinato le mie certezze. Non lo avevo ancora metabolizzato. Certo, c’era stato quel dolore lancinante alla spalla sinistra a fornirmi il giusto alibi, e le fatiche accumulate all’ECO MARATONA DEL CHIANTI a dare ancora più forza all’apparato giustificatorio, però…nella mia testa quel ritiro aveva lasciato un segno.

Dopo Firenze avevo avuto un calo motivazionale evidente e avevo sfogato questa mia delusione sull’alimentazione, accumulando un po' di chili.

All’inizio del 2014 la Maratona di Roma mi sembrava così lontana e irraggiungibile. Ma poi era arrivata la chiamata dell’AMIP, alla quale non avevo potuto che rispondere PRESENTE!