lunedì 30 giugno 2014

Se le mie scarpe potessero parlare - di Romano Dessì

"[...] Le mie scarpe hanno fatto migliaia di chilometri, hanno attraversato deserti immaginari e scalato montagne d'indifferenza. Hanno visto dal basso quello che noi non siamo riusciti a vedere con i nostri occhi, accecati dal nostro orgoglio [...]"
 
Questa frase è stata estratta dal libro "Se le mie scarpe potessero parlare", scritto da Romano Dessì, il marciatore "leggendario" che, dopo 40 anni, continua imperterrito a portare la marcia in ogni tipo di competizione podistica, incurante della frenesia che circonda questo mondo ormai dominato dalla "velocità".
 
Con la sua caratteristica andatura, Romano Dessì, rappresenta infatti "il presidio slow" del mondo podistico, sempre più dominato da un approccio "fast", inteso come "usa e getta". 
 
Nell'anno in cui viene nominato "senatore" della Maratona di Roma per aver preso parte a tutte le sue edizioni, l'amico Romano decide di "riaprire i cassetti chiusi dei suoi ricordi", evocando uno sport "dove ognuno sia libero di esprimersi, senza dover rendere conto a nessuno dei risultati conseguiti", uno sport "dove il primo non prevalga sull'ultimo".  Con questo suo libro, Romano ci regala una grande utopia, dimostrando che un sognatore non smette mai di esserlo, neanche dopo 40 anni di pratica sportiva.
  
"Se le mie scarpe potessero parlare" è il libro che tutti gli sportivi dovrebbero tenere sul proprio comodino, per leggerne un brano prima di andare a dormire. E io personalmente non me lo sono fatto sfuggire.
 

sabato 28 giugno 2014

Orange for Caritas

Da molto tempo ormai la Podistica Solidarietà si è impegnata a sostenere la mensa Caritas di Colle Oppio, con un'attività che vede impegnati una quindicina di volontari per un sabato al mese.
 
Questi volontari, coordinati dal podista solidale Salvatore Piccirillo, coprono tutti i ruoli necessari a mandare avanti il servizio mensa, affiancando gli operatori della Caritas diocesana: dalla registrazione degli ospiti, ai servizi di sala, passando per la distribuzione delle vivande. 
 
Sono tanti i volontari che si alternano in questo servizio che rafforza la vocazione solidale di questa associazione podistica, che riesce a coniugare la passione per il podismo con la solidarietà verso chi nella vita è stato meno fortunato.
 
Anche io mi onoro spesso di partecipare a questa bellissima iniziativa, che ha un elevato valore sociale perché consente di assistere quotidianamente centinaia di persone, garantendo loro un pasto caldo.
       
Lo scopo di aver dedicato un post a questa iniziativa, non è quello di autoincensarmi, ma quello di far conoscere a tutti questa opportunità per fare qualcosa per gli altri: un modo come un altro di invitare tutti a prendere parte a questo servizio, ampliando la base dei volontari. E per motivare altre persone alla partecipazione non voglio ricorrere a frasi retoriche o comunque cariche di significati ideali. Preferisco ricorrere a un concetto più semplice, affermando che l'altruismo è la più grande forma di egoismo, perché quando si ha l'opportunità di donare qualcosa a qualcun altro tendenzialmente si riceve molto di più di quanto si dona. Queste esperienze riescono a rendere "più ricche" le persone che vi prendono parte.
  
Insomma gli amici della Podistica Solidarietà vi aspettano a braccia aperte, anche se non siete parte di questa associazione...perché la solidarietà è aperta a tutti e non ha bandiere.  
 
Per entrare in contatto con la Podistica Solidarietà potete far riferimento alla pagina contatti del loro sito [CLICCANDO QUI]

giovedì 26 giugno 2014

Skyrace: correre nel cielo!

La Skyrace è una particolare prova di corsa fuoristrada che raggiunge quote molto elevate, tra i 2000 e i 4000 metri di altitudine, e che si svolge su distanze che vanno dai 20 ai 30 km.
 
E' una delle discipline che costituiscono il cosiddetto Skyrunning, che è regolamentato da una federazione internazionale (International Skyrunning Federation).
   
Una Skyrace è una disciplina molto impegnativa e soprattutto tecnica che deve quindi essere approcciata con prudenza, facendo molta attenzione alle principali regole di sicurezza per evitare di andare incontro ad incidenti.
 
Proprio per le altitudini che si raggiungono, i percorsi sono normalmente molto complessi, caratterizzati da fondo sconnesso e roccioso, e possono comprendere anche tratti innevati o addirittura ghiacciati. Il grado di difficoltà non deve superare il “secondo” grado di difficoltà alpinistica, che rappresenta l’inizio dell’arrampicata vera e propria.  Per dare una dimensione di questo grado di difficoltà, ricordiamo che i gradi di difficoltà alpinistica sono 11.
 
Se nel Trail Running è possibile “sottovalutare” qualche aspetto tecnico (in alcuni Trail si può correre anche con normali scarpe da strada), nella Skyrace è importante non “sottovalutare” nulla, e cercare di essere preparati ad affrontare tutte le difficoltà che possono sorgere in un ambiente di alta montagna.
  
Per ragioni organizzative queste gare sono spesso corse in totale o parziale “autosufficienza” e quindi è obbligatori avere sempre una sufficiente riserva idrica e degli integratori con una buona risposta energetica. 
   
Per la riserva idrica si può ricorrere a delle borracce o preferibilmente alla cosiddetta Camel Bag (chiamata anche CamelBak), ossia una sacca che si porta dietro la schiena, posizionata in appositi zainetti, che consente di bere mentre si corre grazie a uno speciale cannellino con una valvola terminale. 
   

martedì 24 giugno 2014

Ernica Skyrace...ma il cielo è sempre più blu!


Era la prima volta che partecipavo a una Skyrace e non sapevo bene cosa aspettarmi. Avevo chiara la percezione che sarebbe stata una prova molto dura, ma non avevo realizzato completamente la dimensione di "molto dura". Del resto mi ero iscritto seguendo l'istinto, senza troppo riflettere sulla mia decisione.
 
Il cuore aveva prevalso sulla ragione e la voglia di mettermi alla prova in vista dei Simbruini aveva guidato la mia scelta. Era anche un modo "particolare" di esorcizzare i miei 50 anni appena compiuti.
 
Già al mio arrivo a Prato di Campoli, guardandomi intorno, avevo capito che la sfida sarebbe stata molto ardua, ma neanche la lettura dettagliata del profilo altimetrico mi aveva restituito la corretta dimensione della prova a cui stavo per andare incontro.
 
La vera dimensione di questa prova e l'autentico significato del termine Skyrace l'ho appreso solo quando, dopo i primi 11 km, di cui la maggior parte costituiti da dura salita, ho superato quel limite oltre il quale il bosco cede il posto alla dura roccia, e la mia vista ha avuto campo libero verso il cielo
Quella vetta proiettata verso l'infinito, che si ergeva in verticale sopra la mia testa, era un'immagine da togliere il fiato. Iniziavano così i 9 km più duri della mia esperienza podistica: duri nelle fasi di ascesa, ma dal mio punto di vista quasi proibitivi nelle fasi di discesa. Ma sono stati anche i più belli e i più emozionanti. Ogni volta che ho sentito venire meno le mie forze e la mia determinazione ho alzato gli occhi sopra di me e ho ripensato alle parole così motivanti della canzone di Rino Gaetano: ..ma il cielo è sempre più blu! Di fronte all'intensità di quel cielo, ogni difficoltà passa in secondo piano.
Scenari indescrivibili, sensazioni forti che mi hanno fatto sentire piccolo e grande allo stesso tempo. Piccolo in confronto alla forza della natura che mi circondava, grande per aver superato i miei limiti e le mie paure e aver portato a termine quella prova. 
 
Ho condiviso alcun tratti di quel percorso con altri runner, come Ettore e Antonietta, ma sono stati tanti i momenti in cui mi sono sentito solo con me stesso, soprattutto quando la nebbia avvolgeva quelle vette nascondendo alla mia vista ogni cosa che mi circondava.
 
Sono arrivato al traguardo completamente distrutto, dopo una discesa a dir poco massacrante per le mie attitudini, ma con il cuore ancora colmo delle emozioni vissute.
Non so se farò un'altra Skyrace nella mia vita, ma questa "mia prima" rimarrà scolpita nei miei ricordi, un'esperienza indimenticabile che ho avuto la fortuna di condividere con un manipolo di "belle persone" con il cuore colorato di "orange".  

sabato 21 giugno 2014

Chi va piano, va sano e va lontano...

I 50 anni sono arrivati, una soglia importante che si porta dietro tutta una sua simbologia, specialmente per noi "runner".
 
La simbologia più immediata è quella del "traguardo", anche se personalmente lo immagino come il traguardo di una corsa a tappe...finita una tappa ci si prepara immediatamente per l'altra. Del resto è nella mentalità di noi "runner", finire una Maratona, dopo aver detto "se la finisco giuro che smetto", e pensare già alla prossima, ancora prima di essersi cambiati gli indumenti ancora intrisi di sudore.
 
Già, perché ogni tappa è una conquista, e ogni conquista richiede sacrificio, fatica e sudore
 
Però vuoi mettere la soddisfazione quando davanti ai tuoi occhi appare il traguardo e dentro la tua testa pensi "ce l'ho fatta"!!! NO PAIN, NO GAIN!!!
 
Insomma, questo traguardo l'ho raggiunto, con grande fatica e per questo con grande soddisfazione, e in questo senso devo dire grazie anche alla corsa e a tutta la comunità dei runner. La corsa è diventata solo di recente una mia compagna di vita, ma lo è diventata in modo "pieno", occupando molti spazi e impadronendosi di importanti risorse, fisiche, mentali e soprattutto emozionali.
 

domenica 15 giugno 2014

Corriamo con Carlo: tanti colori uniti in un unico abbraccio!

Chissà cosa avrebbe pensato Carlo nel vedere la piazzetta di San Cataldo così colma di gente riunita lì nel suo nome e nel suo ricordo. Chissà cosa avrebbe pensato nel vedere quel lungo serpentone di runner invadere le strade della sua frazione. Chissà cosa avrebbe pensato nel percepire le grandi emozioni vissute dai suoi amici e dai suoi familiari nei momenti più toccanti di questa splendida giornata. Chissà cosa avrebbe pensato nel leggere quella targa a futura memoria esposta nella piazzetta della sua San Cataldo.
 
Purtroppo possiamo solo immaginare ciò che Carlo avrebbe pensato, ma siamo certi che avrebbe sorriso, con quel suo sorriso caldo e dolce che traspare da tutte le sue fotografie, comprese quelle splendide gigantografie che campeggiavano sull’arco di partenza. Il sorriso di una persona che amava la vita e che sapeva infondere questo amore anche alla sua gente. Per questo siamo certi  che oggi Carlo avrebbe regalato un sorriso a tutti, per ringraziarli della loro presenza e anche del loro impegno per rendere questa giornata veramente speciale, speciale come era lui.

Che Carlo fosse un ragazzo speciale emerge certamente dai discorsi ufficiali fatti per sottolineare l’inaugurazione della targa “in ricordo di Carlo” che da oggi intitola a lui la piazzetta di San Cataldo. Ma che Carlo fosse un ragazzo speciale lo si può percepire dall’amore della sua gente, che ha curato ogni particolare e ogni momento di questa giornata con lo spirito di ospitalità tipico di queste terre. 
 

martedì 10 giugno 2014

Il 15 giugno Corriamo con Carlo

Chi vive nel cuore degli amici non muore mai, così recitava uno striscione esposto nella prima edizione della Corriamo con Carlo, una gara organizzata per ricordare Carlo Tedeschi, un amico runner, tragicamente scomparso in una triste giornata di fine estate.
 
E non esiste un modo migliore per ricordare un runner se non quello di correre "con" lui.
 
Per questo domenica 15 giugno io sarò a San Giovanni Incarico, in provincia di Frosinone, il paese natio di Carlo. E sarò lì insieme a tanti altri runner per ricordare Carlo e per testimoniare la nostra vicinanza alla sua famiglia.  
 
Una corsa bella e appassionata, un concentrato di emozioni che si distribuirà su tutti i 10 km del percorso, un percorso che attraverserà luoghi che furono tanto amati dall'amico Carlo.
 
Per quanto riguarda la corsa vera e propria vi ricordo che la prova competitiva si svolge su un percorso costituito da 2 giri da 5 km, su strada completamente asfaltata e interamente pianeggiante. Nel percorso anche un  suggestivo passaggio di 2 km sulle rive del Lago di San Giovanni. La partenza della prova competitiva è fissata per le ore 10.00. E' prevista anche una corsa non-competitiva a passo-libero su un circuito di 2.5 km. 
 

domenica 8 giugno 2014

Vallinfreda...l'Africa è arrivata fin qui...

Io non so bene cosa stia succedendo al nostro clima, se veramente è in corso un processo di riscaldamento del pianeta e se il buco dell'ozono si stia effettivamente allargando. Però una cosa lo so di certo, oggi nei boschi di Vallinfreda, a quasi 1000 metri di altitudine, sembrava di essere in Africa.  
 
Un bellissimo trail di 13.500 metri, ben organizzato e soprattutto con un percorso che apre la vista a scenari fantastici. Tutto perfetto, tranne il caldo che a tratti appariva veramente insopportabile, tanto che l'apparire di un "fontanile" sui sentieri assolati veniva vissuto come un autentico miraggio. 
 
Insomma il "calore umano" che si respirava fin dal pre-gara nella piazza principale di Vallinfreda, veniva quasi surclassato da questa improvvisa "calura estiva". 
 
E poi il "clima" generale veniva anche scaldato dallo "speaker della manifestazione", una certa Serena Latini, destinata ormai a diventare ufficialmente la "voce della montagna". Con lei non ci si annoia mai, e tutti i trailer, dal primo all'ultimo, diventano oggetto delle sue performance oratorie. Alla fine della manifestazione l'organizzazione è stata costretta a togliergli il microfono con la forza, altrimenti lei avrebbe continuato all'infinito, nonostante l'aspettassero 58 km di bici per tornare a casa.
 
Per quanto riguarda "il mio trail" non posso lamentarmi. Come sempre un inizio fortemente condizionato dalla mia allergia che ancora limita la mia capacità respiratoria, ma poi con il passare dei chilometri sono riuscito a liberarmi di questa "zavorra". La caviglia continua a progredire, ma non riesco ancora a correre tranquillo, nonostante il "tutore" che mi offre una certa sicurezza. Tralascio i commenti sulle salite dal 9' al 11' km, ma in fondo un trail non sarebbe un trail senza qualche salita impegnativa.  
 
    

sabato 7 giugno 2014

I diversi profili di una strategia di integrazione

La funzione di sostegno fornita dagli integratori sportivi può essere classificata rispetto ad alcuni profili:
 
Energetico – per fornire la quantità di energia necessaria a sostenere l’organismo in movimento.
 
Strutturale – per fornire un corretto nutrimento alla struttura muscolare, sia nel processo di sviluppo (anabolismo) tipico dell’allenamento, sia nel contrasto al processo di distruzione, dovuto a una richiesta non soddisfatta di carattere energetico (catabolismo).
  
Idratante – per fornire liquidi e micronutrienti persi per effetto del processo di sudorazione.
  
Benessere – per  compensare carenze di nutrienti o per ristabilire un adeguato stato di forma fisica a fronte di non corrette strategie alimentari o di stress organico indotto da un allenamento intensivo.
  

lunedì 2 giugno 2014

Integratori sportivi, cosa sono e a cosa servono


Per chi pratica un’intensa attività sportiva e soprattutto per chi pratica sport di resistenza è necessario adottare una corretta strategia di integrazione e questo con alcuni precisi obiettivi:
    - sostenere la prestazione;
    - favorire il recupero;
    - mantenere un adeguato livello di benessere.   
Scrivere che un integratore aiuta a mantenere un adeguato livello di "benessere" in atleti che svolgono attività fisica regolare e molto intensa può apparire un controsenso, ma non lo è assolutamente. Praticare un'attività fisica in modo intensivo produce anche una serie di risvolti negativi sui quali è importante intervenire per evitare che questi producano dei danni sull'organismo dell'atleta.
   
La funzione di sostegno fornita dagli integratori sportivi può essere vista sotto alcuni differenti profili:
  • energetico – per fornire la quantità di energia necessaria a sostenere l’organismo in movimento;
  • strutturale – per fornire un corretto nutrimento alla struttura muscolare, sia nel processo di sviluppo (anabolismo) tipico dell’allenamento, sia nel contrasto al processo di distruzione, dovuto a una richiesta non soddisfatta di carattere energetico (catabolismo);
  • idratante – per fornire i micronutrienti persi per effetto del processo di sudorazione; 
  • benessere – per  compensare carenze di nutrienti o per ristabilire un adeguato stato di forma fisica a fronte di non corrette strategie alimentari o di stress organico indotto da un allenamento intensivo.
     
Per comprendere meglio il corretto uso degli integratori si può far riferimento ad alcuni determinati momenti:
  • intenso allenamento – facendo riferimento a un periodo complessivo in cui ci si allena con elevata frequenza, al fine di partecipare a competizioni di un certo impegno;
  • workout – facendo  riferimento al singolo allenamento oppure alla singola competizione e individuando rispetto al workout tre ulteriori momenti:
    • pre-workout – il momento che precede il workout;
    • during-workout – l’allenamento o la competizione vera e propria;
    • post-workout – il momento che segue il workout, identificato nei successivi 30 minuti.
    
Articolo sviluppato in collaborazione con La Strada del Benessere.

domenica 1 giugno 2014

Il Trail ti sorprende sempre

Da più di 20 anni spendo una parte consistente delle mie estati a Cerenova, la frazione di mare del comune di Cerveteri e da più di 20 anni la parola Cerveteri evoca nella mia mente scenari marini e anche molto caotici, tipici di quelle località che subiscono l'esodo domenicale dei vacanzieri romani.
 
Invece Cerveteri si associa con degli incredibili scenari montani, dove la natura mette in mostra tutte le sue migliori armi di seduzione. Boschi, foreste cascate, torrenti e sentieri, il tutto completamente immerso nel verde. E anche le tracce umane sembrano ben armonizzate con questi scenari naturali e in alcuni casi sono testimonianze storiche di antiche civiltà, come quella etrusca e quella romana.  
 
E questa incredibile scoperta l'ho fatta grazie a una competizione di Trail Running, l'Etrurian Trail, che mi ha staccato per qualche ora dal mare e mi ha proiettato all'interno di questo scenario inatteso, almeno in queste proporzioni.
 
Qualcosa avevo intuito lo scorso anno, durante un Trail Notturno, ma il buio della notte, la debole luce della lampada frontale e la necessità di mantenere lo sguardo fisso sul terreno accidentato, non mi avevano permesso di apprezzare completamente questa ambientazione stupenda. Devo dire che quel trail notturno mi aveva regalato un'esperienza indimenticabile, con il passaggio alle Cascate di S.Giuliano, uno spaccato di Amazzonia alle porte di Roma. Ricordo ancora di essere rimasto a bocca aperta nell'osservarledal basso con quella magica cornice costituita da tanti puntini di luce che attraversavano la montagna (la lampade frontale dei trailer).

[PS per chi volesse vivere l'esperienza del Trail Notturno appuntamento fissato per sabato 5 luglio con gli amici della Asd Caere Trekking].