martedì 28 aprile 2015

Finalmente il Mandriano - Tivoli 2 maggio 2015

Sabato 2 maggio parte la nuova avventura mandriana, targata Massimiliano Rossini e Serena Latini.
 
Sto parlando della prima edizione dell'Ultra Trail del Mandriano con il suo percorso di 66 km che si snoda tra i monti tiburtini e quelli prenestini, con scenari affascinanti e in grado di ricreare quel rapporto tra uomo e natura che troppo spesso ci viene sottratto.
 
Si parte da Tivoli, precisamente dall'Anfiteatro di Bleso in Piazza Garibaldi alle ore 6.30 (raduno alle 5.45), per affrontare questa prova che avrà un dislivello positivo di 3120 metri (D+ 3120).
 
Una gara per gente tosta, tosti come i Mandriani, e siamo certi che il colore giallo della Mandria del Trail si fonderà con il verde dei boschi per dare luogo a uno scenario incantevole.
 
Ma la giornata sarà caratterizzata da altri eventi podistici, come la 6a edizione del Tibur Eco Trail, sulla distanza di 21 km, che prenderà il via alle ore 9.30 sempre d Piazza Garibaldi, per poi snodarsi sul percorso classico di questa prova che è comunque particolarmente impegnativa. Un percorso affascinante, che prima di inoltrarsi nella riserva naturale del Monte Catillo, attraversa le più belle ville Tiburtine, come Villa Gregoriana, posta sotto la tutela del FAI, e Villa D'Este, considerata patrimonio protetto da parte dell'Unesco.
 
E poi, per quelli che non vogliono faticare troppo, ma che vogliono comunque divertirsi all'insegna dello sport, della natura e della cultura, Il FAI Trail, di soli 5 km, una prova aperta a tutti che propone i passaggi nelle ville e poi una rapida immersione nella riserva del Monte Catillo. Anche in questo caso la partenza è fissata per le ore 9.30.

Come sempre queste gare avranno uno sfondo benefico e aderiranno alla campagna "il mio respiro per chi è rimasto senza", che lega il mondo delle corse alla lotta contro l'Ipertensione Polmonare, in collaborazione con l'Associazione Malati Ipertensione Polmonare
 
Allora forza che aspettate. Avete ancora qualche ora di tempo per iscrivervi all'Ultra Trail del Mandriano, mentre per le altre prove potrete iscrivervi anche il giorno della gara.
 
 
 

lunedì 27 aprile 2015

I nemici del runner: il catabolismo muscolare

Condividiamo con La Strada del Benessere questo articolo relativo a quello che è uno dei principali nemici del runner, ma dello sportivo in generale, ossia il catabolismo muscolare.
 
Il catabolismo muscolare è un processo secondario di produzione energetica che il nostro metabolismo usa per compensare la diminuzione delle scorte di glicogeno e quindi per prevenire crisi di carattere energetico.
 
Quando le nostre scorte di glicogeno vengono intaccate oltre il 25% del totale, il metabolismo attiva l’ossidazione diretta degli aminoacidi ramificati e la neoglucogenesi, processi che consentono di produrre glucosio a partire dalle proteine: “bruciamo muscoli” per sostenere la produzione di energia.
 
Nei “non sportivi” si tratta di un fenomeno raro, che si attiva solo in presenza di stati di “cattiva nutrizione”. Negli sportivi invece si tratta di un fenomeno più frequente e si attiva in caso di sforzo intenso e prolungato non adeguatamente sostenuto da un rifornimento di sostanze glucidiche e quindi da carboidrati.
 
Conseguenze:
 
Il catabolismo muscolare comporta quindi una distruzione della massa muscolare con conseguente allungamento dei tempi di recupero e rischio di entrare in un ciclo di sovrallenamento. La condizione di sovrallenamento provoca un peggioramento della condizione fisica e una maggiore esposizione ad infortuni di carattere muscolare.
 
Per contrastare questo fenomeno non si può che raccomandare allo sportivo un regime nutrizionale corretto che consenta di soddisfare l’aumentato fabbisogno energetico e proteico dello sportivo. Se si hanno problemi di peso è importante evitare di ricorrere a “diete improvvisate e fai da te” ed è quindi opportuno farsi seguire da un nutrizionista, che sia in grado di comprendere le esigenze di uno sportivo.

Strategie di contrasto:

In ogni caso,  prima, durante e dopo uno sforzo intenso e prolungato è importante “nutrire” il nostro organismo fornendo sostanze di carattere energetico, evitando in questo modo che la deplezione delle scorte di glicogeno superi il 25% delle scorte totali.
 
Questo significa che la prestazione va sostenuta, specie quando questa è intensa e prolungata, con integratori sportivi di tipo energetico, che aiutano a preservare le scorte di glicogeno. Uno dei momenti più importanti per contrastare il catabolismo muscolare è il momento in cui la prestazione sportiva termina. Quando il nostro organismo percepisce la fine della sforzo fisico attiva tutti i processi metabolici ricostruttivi, processi che hanno bisogno di un significativo supporto energetico.

Per saperne di più sulle strategie di contrasto è possibile accedere all'articolo completo cliccando qui

venerdì 24 aprile 2015

Fa più miracoli Gemiflorbi o la Paciotta?

Alcuni mesi ebbi un incontro fortuito con Gemiflorbi, un gel completamente naturale con proprietà antinfiammatorie. Ero reduce da una caduta e mi sentivo tutto acciaccato. Zoppicavo vistosamente e questo a meno di 24 ore da una gara a cui volevo partecipare. Vidi quel banchetto pieno di tubetti che sembrava essere stato messo lì apposta per me. Il venditore aveva notato quel mio andamento claudicante e mi aveva accolto con un ampio sorriso, pregustando già la vendita.
 
Provai il gel sul ginocchio dolorante e sul polpaccio contratto e l'effetto fu straordinario. La mattina il dolore era scomparso e potei affrontare la mia gara al meglio. Da quel giorno mi misi alla sua ricerca, fino a che non riuscì a conquistarla. Oggi sono sempre di più i miei amici, podisti e no, che usano la Gemiflorbi e mi fa sempre molto piacere ricevere i loro feedback.
 
L'ultimo della serie è stato quello dell'inesauribile Paciotta, al secolo Daniela Paciotti, che applica regolarmente questo gel prima e dopo le sue imprese. Dopo la Mezza di Genova, Daniela mi ha inviato un messaggio molto diretto, come nel suo stile: "Maurizio, questo gel all'Arnica e all'Artiglio del Diavolo è incredibile, io la metto prima e dopo la corsa e mi sento molto bene. La metto anche quando cado, come mi è capitato domenica, e come per magia si attenuano tutti i miei dolori. Ho notato che è efficace anche con la ritenzione idrica, infatti dopo l'applicazione le mie gambe si sgonfiano più velocemente".

Questo messaggio non può che farmi enorme piacere, ma siccome stiamo parlando della Paciotta, mi chiedo chi faccia più miracoli, Gemiflorbi o la Paciotta?

La domanda è lecita, perché Daniela è una veramente tosta, una che non si arrende mai. Una campionessa di forza e determinazione, una sportiva doc. Corre, cammina, rema, acqua, strada, boschi e montagne, insomma la Paciotta è sempre pronta a stupire tutti con la sua grande energia.

E come ho sempre sostenuto, la Paciotta è come la Panda, se non ci fosse bisognerebbe inventarla.

Se volete saperne di più su Daniela Paciotti non vi resta che "imbarcarvi" in qualche impresa, mentre se ne volete sapere di più sulla Gemiflorbi,  potete accedere al link de La Strada del Benessere
 

mercoledì 22 aprile 2015

L'importanza del recupero post-workout

Il recupero post-workout è una delle fasi più importanti della pratica sportiva e va sostenuta con una corretta strategia di integrazione sportiva e con l'assunzione di integratori sportivi per il recupero, cioè formulati con questo scopo specifico.

Ogni sportivo che voglia ottenere un risultato, o comunque un miglioramento nella sua disciplina, tende a focalizzare la sua attenzione esclusivamente sull’allenamento e in modo particolare sui carichi di lavoro. Si genera spesso l’erronea convinzione che per ottenere miglioramenti ci sia un’unica strada, quella di aumentare i carichi di lavoro.

In molti casi viene sottovalutato un elemento che è assolutamente paritetico al lavoro: il recupero. Una fase di lavoro eseguita in modo impeccabile rischia di diventare inutile senza una fase di recupero adeguata al carico di lavoro sostenuto. La qualità della fase di recupero è tanto importante quanto la qualità della fase di lavoro.

E il successo di una fase di recupero dipende in prima battuta dal riposo, che può essere attivo o passivo, ma è condizionata anche da due fattori altrettanto importanti: l’alimentazione e l’integrazione.

Ignorare questi aspetti può significare da un lato vanificare lo sforzo fatto con l’allenamento, e da un altro alterare lo stato di equilibrio metabolico del nostro organismo, l’omeostasi, esponendosi a maggiori rischi di incorrere in infortuni o di contrarre malattie.

Ci sembra giusto sottolineare che questo tipo di considerazioni hanno valore non per una pratica sportiva di bassa intensità, ma per una pratica sportiva intensa, anche se il concetto di intensità è non può essere definito in modo assoluto, ma è sempre relativo e deve tenere conto dell’età e del livello dell’atleta preso in esame.
  
L’allenamento dovrebbe quindi essere sempre considerato nella sua ciclicità, che tiene conto della fase di lavoro, della fase di recupero e della fase di supercompensazione, cioè la fase in cui si ottiene il “miglioramento”. La filosofia dell’allenamento è infatti quella di sconvolgere il nostro equilibrio metabolico, sottoponendo il nostro organismo ad un “attacco” imprevisto e inducendolo a una reazione di adattamento e crescita con cui si predispone a contrastare il prossimo attacco.

sabato 18 aprile 2015

Race for Children...ci sono persone straordinarie

Nella vita si incontrano tante persone straordinarie, che poi sono quelle persone che sono in grado di realizzare cose straordinarie. Devo dire che la Corsa mi ha permesso di conoscerne alcune che meritano veramente questa particolare qualifica.
 
Il primo che ho incontrato è stato un certo Pino Coccia, il Presidente della Podistica Solidarietà, il quale mi ha dimostrato come si possa unire una passione, quella della corsa, a una grande missione, quella della solidarietà.
 
Successivamente ho incontrato un certo Vittorio Vivenzio, che ha trasformato un suo dramma personale, come può esserlo la perdita di due figli, in una grande battaglia a sostegno dei malati di Ipertensione Polmonare.

E poi ho conosciuto Paolo Germano, colui che appunto si occupa di organizzare la Race for Children. Anche lui ha trasformato una drammatica vicenda personale, la perdita della moglie, in una grande occasione per fare del bene, realizzando in forma postuma il grande desiderio di Roberta di fare qualcosa di importante per i bambini.

L'associazione onlus Roberta for Children è finalizzata a realizzare progetti concreti a favore dei bambini. Ora il suo progetto più importante è quello di realizzare una casa per i bimbi, una struttura in grado di ospitare bambini da 0 a 3 anni, abbandonati dalla nascita perché malati. E la Race for Children è un importante fonte di finanziamento di questo progetto, perché tutte le quote di partecipazione vengono interamente devolute a sostenere questa bellissima impresa, che nei prossimi mesi dovrebbe entrare nella fase esecutiva.

Credo che basterebbe questo a motivare tutti i podisti romani a partecipare, ma c'è dell'altro. C'è una bellissima gara "cross" di 12 km che si svolge in gran parte nel suggestivo percorso ricavato all'interno della Riserva naturale della Valle dell'Aniene.

Si corre il 10 maggio, con partenza alle ore 9.30 dalla storica Piazza Sempione, nel cuore del quartiere Montesacro. Il ritrovo è fissato per le ore 8.00 nella Pineta di Montesacro, adiacente a Ponte Nomentano, in Via Nomentana Vecchia, dove verrà attrezzato un piccolo villaggio.

La quota di iscrizione è di 10€ e prevede anche un pacco gara con una t-shirt tecnica, realizzato con la collaborazione di Italsport, il negozio dedicato al running in Via di Priscilla, 73.

Per chi non vuole o non può correre, c'è anche la passeggiata di 2 km aperta a tutti.

Per maggiori informazioni è sufficiente visitare il sito dell'associazione Roberta for Children.

E a sostenere questa iniziativa ci saranno alcune realtà a me molto care:
Che dire di più? Iscriviamoci!!!


 

domenica 12 aprile 2015

Vivicittà Rebibbia: la corsa come "educazione" alla vita

Ancora una volta la corsa torna dentro il complesso penitenziario di Rebibbia e ancora una volta, per alcune ore, sono "crollate" quelle barriere sociali che dividono il mondo "di fuori" dal mondo "di dentro", simbolicamente rappresentate da quelle alte mura che circondano il carcere, e che sono state lo scenario dominante di questo percorso.
 
I detenuti e gli atleti si sono incontrati ancora una volta parlando quel linguaggio universale che è rappresentato dallo sport e in modo particolare dalla corsa. In questo senso mi è rimasta impressa nella mente la frase di Fabio, il quale mi ha detto: "fra una settimana esco, ma oggi non potevo proprio mancare".
 
Si parla, si corre, si suda, e si soffre tutti insieme, e soprattutto ci si sostiene uno con l'altro senza preoccuparsi troppo di chi sia l'altro. E i grandi sorrisi che fanno da contorno a questo evento sono la dimostrazione che la corsa rende tutto possibile, e se ce ne fosse bisogno rafforza ancora una volta il binomio corsa-solidarietà.
 
Oggi, nei momenti di maggiore sofferenza, quando sentivo le mie risorse venire meno, osservavo questi ragazzi che si ostinavano a mantenere il loro ritmo nonostante una condizione spesso precaria. Li vedevo lottare contro la voglia di mollare che sicuramente in quegli attimi dominava le loro menti. Ho visto ragazzi iscritti alla 4 km continuare a spingere le loro gambe, un giro dopo l'altro, fino a completare la distanza dei 12.
 
In quegli attimi ho realizzato in pieno il ruolo educativo della corsa. Una sorta di educazione alla vita. Già perché la vita ci propone grandi difficoltà e non sempre sentiamo di avere le energie per affrontarle e superarle, mantenendoci coerenti con i nostri valori. La voglia di dire "basta" oppure di "tagliare il percorso" e imboccare una pericolosa scorciatoia, sono tentazioni continue. Ed è in quei momenti che bisogna trovare la voglia di reagire e di fare ricorso a tutte le nostre energie, scoprendo spesso capacità insospettate.
 
E' il momento di fare ricorso alla RESILIENZA, quella qualità che ci consente di reagire positivamente a ogni situazione difficile. Questo è il migliore insegnamento che ci può arrivare dalla corsa e che può aiutare quelle persone che oggi si trovano nella condizione di detenuti a ricostruire la loro vita e puntare a un riscatto sociale.
 
E la presenza di Alex Schwazer in questo contesto è stata simbolicamente molto efficace. E' stato commovente vedere i detenuti fare la fila per incoraggiare il ragazzo a reagire, a ricostruire la sua vita, a tornare ad essere un campione sportivo, e magari un simbolo dello "sport pulito". E l'espressione più usata per esternare questo incoraggiamento era proprio "non mollare", un'espressione che racchiude in sé questo insegnamento.
 
Ancora una volta la manifestazione organizzata dalla UISP è stata per me un motivo di grande crescita, non certo dal punto di vista agonistico, ma dal punto di vista umano. E ancora una volta sono stato molto contento di aver condiviso questo insegnamento con tanti compagni di squadra, quella squadra che ha fatto del rapporto tra podismo e solidarietà la sua stessa ragione di esistenza. Chiudo con un pensiero grato per Giovanni Marano, che tutti gli anni si danna l'anima per rendere possibile questo meraviglioso evento.