mercoledì 31 dicembre 2014

Il bilancio di un Runner appassionato

Il 31 dicembre è sempre il giorno dei bilanci, almeno sul piano simbolico, perché si chiude un anno e ci si appresta ad iniziarne un altro che ci si augura sempre sia migliore del precedente. Ma questo passaggio da un anno ad un altro, questa "Pasqua" laica della propria esistenza è appunto solo un simbolo, perché la nostra vita è costituita da una linea continua, che non si interrompe con il brindisi della mezzanotte.
 
E all'interno di questa linea si alternano momenti positivi e negativi, felicità e tristezza, illusione e delusione, in una ciclicità che è la vera essenza della vita. Certo, ci sono anni che si dimostrano particolarmente "sfigati" e che rimangono impressi nei nostri ricordi per alcuni eventi particolarmente negativi, altri che invece lasciano un segno di grande positività alla nostra esistenza, ma si tratta sempre di cicli, perché la nostra vita è un grande caleidoscopio pieno di forme e colori che si combinano e scombinano costantemente fra di loro per dare origine a forme più o meno gradite.
 
L'unico messaggio che mi sento di dare è che è fondamentalmente inutile prendersela con gli eventi, con la sfiga, oppure evocare la fortuna, concentrarsi cioè su quei fattori che non dipendono da noi. E' una fatica inutile che aumenta le nostre frustrazioni e rende più grigie le nostre giornate. Da questo punto di vista cerchiamo di prendere quello che viene e come viene.
 
La maggior parte della nostra esistenza è invece governata da noi stessi, dalle scelte che facciamo e da quelle che non facciamo, da una serie di fattori che possono essere modellati dalla nostra volontà. Ed è proprio su quelli che vale la pena concentrarci, per poter cambiare in meglio la nostra vita e quella di coloro che ci stanno intorno. Inutile interrogarsi su quello che ci porterà il nuovo anno, ma è invece essenziale concentrarci su cosa possiamo fare per renderlo migliore. 
 
Il mio 2014 è stato "pregno" di eventi, alcuni positivi, altri meno, ma comunque tutti eventi in grado di plasmare la mia vita, di scatenare in me delle emozioni, che sono il vero sale dell'esistenza. Sul piano umano mi sono arricchito ulteriormente, facendo "tesoro" delle tante belle scoperte e delle tante delusioni, perché tutto contribuisce a farci crescere e a completarci come "umani".
 
Sul piano podistico è stato decisamente un anno particolare, perché sono stato turbato da alcune vicende che mi hanno "segnato" e mi hanno portato a fare delle scelte inaspettate, ma che oggi mi hanno reso ancora più ricco. In questo anno ho poi modificato il modo di approcciare la corsa e soprattutto la partecipazione alle gare, maturando un orientamento verso la qualità della partecipazione, il divertimento, e soprattutto il benessere. In questo senso ho cercato anche di completare la mia "pratica sportiva", non limitandomi a correre, ma praticando anche altre discipline sportive.
 
Il 2014 del resto è stato l'anno in cui sono entrato a far parte del club dei 50enni e questo mi ha portato a sentire maggiormente la responsabilità nei confronti del mio "corpo", questa macchina meravigliosa che la natura ci ha messo a disposizione e che spesso noi maltrattiamo.
 
Posso anche dire che, se il 31 dicembre è il momento dei bilanci, il 2014 per me è stato anche l'anno della "bilancia", il cui ago ha oscillato tra due estremi molto lontani tra di loro.
 
E' stato l'anno degli obiettivi raggiunti, ma anche di quelli falliti, dei progetti avviati e non ancora completati, di quelli abbandonati e di quelli chiusi con successo. In fondo un anno come un altro, così ordinario da diventare "straordinario". L'anno che ricorderò soprattutto per il traguardo dei 100 giorni di sport, un impegno preso con me stesso e che ho portato a conclusione con enorme soddisfazione. Tra i progetti avviati c'è anche il blog di Mr Zac e la scrittura del libro "Alzati e Corri...", tutte cose che mi hanno impegnato ed emozionato e che spero continueranno a farlo nel prossimo anno.
  
E' stato anche l'anno in cui la mia passione per lo sport ha preso maggiore concretezza anche dal punto di vista "professionale" con il progredire del progetto "La Strada del Benessere", che racchiude, anche nel nome, quella che vorrei divenisse la mia filosofia di vita. Un progetto che in questi mesi ho condiviso con persone a cui mi sento particolarmente legato, un progetto carico di energia e di positività.
 
Chiudo questo 2014 e mi appresto a "lanciarmi" verso il 2015 rivolgendo un pensiero caloroso verso tutte quelle persone con cui nell'anno passato ho avuto un'interazione, indipendentemente da come sia stata, da quanto l'abbia gradita o da quanto l'abbia patita. Perché nel bene o nel male sono tutte diventate parte della mia vita e per questo meritano il mio "ringraziamento". 
 
Tanti auguri a tutti
Mr.Zac

domenica 14 dicembre 2014

Un grande Trail...nel regno del fango

Il Trail dei 2 Laghi, giunto alla 7a edizione, si può definire un Trail perfetto, perché include tutti i principali elementi che servono a un trailer per vivere una bella esperienza, in questo caso "senza se e senza ma".
 
In primis il percorso: impegnativo dal punto di vista tecnico, ma senza eccessi, e bello sotto il profilo naturale, con la vista dei laghi di Bracciano e Martignano ad arricchire un'affascinante "scenografia".
  
Poi l'organizzazione, ottima anche se senza troppe sofisticazioni, in puro "spirito trail". Puntuali e funzionali i ristori, con quello finale autenticamente "da applausi".
   
Infine il vero protagonista di questa edizione: il fango, che per un trailer, un inguaribile ragazzino, rappresenta una sorta di giocattolo con cui "baloccarsi".  
   
Insomma, questa nuova edizione del Trail dei 2 Laghi ha confermato quanto di buono è stato fatto nelle precedenti edizioni, dimostrando che organizzare belle gare si può, e che il Trail in generale merita tutti i successi che ultimamente sta riscuotendo.
 
Nella stessa giornata arrivano gli strali di un'altra gara su strada dove si è rinnovato l'annoso conflitto tra runner e automobilisti, tanto da costringere gli organizzatori ad accorciare il percorso.  Leggere i commenti infuriati dei runner che vi hanno partecipato valorizza ancora di più il clima di grande serenità che si è vissuto oggi ad Anguillara. Complimenti a tutta lo staff che si è occupato di organizzare questo bellissimo Trail, con in testa Carlo Ricci, che di questo staff è il leader indiscusso.
 
Dal punto di vista personale registro un deciso miglioramento rispetto alla scorsa edizione, dove
ero stato condizionato negativamente da un'infiammazione alla spalla maturata durante la Maratona di Firenze. Ma il miglioramento ottenuto è così netto da non poter essere attribuito esclusivamente a questo aspetto, anche perché oggi, rispetto alla scorsa edizione, avevo molti km in meno nelle gambe.
 
Oggi ho avuto la netta percezione di essere migliorato in tutte le fasi che caratterizzano un Trail, e in particolare nelle fasi di salita e di discesa. In salita le mie gambe rispondevano meglio del solito, ma la vera differenza l'ho notata in discesa, cioè quella che per me è sempre stata la fase più critica. Oggi sentivo di avere più equilibrio e soprattutto maggiore stabilità che sono proprio i miei elementi di maggiore debolezza.
 
Mi viene spontaneo attribuire questo miglioramento al lavoro portato avanti negli ultimi mesi alla Peacock Club, la nuova palestra di Roma Talenti. Ognuna delle discipline praticate, Pilates, Fit Boxe e Funzionale ha certamente fornito il suo contributo, ma penso che il Funzionale sia in effetti una pratica sportiva molto adatta al trailer, e questo per la sua caratteristica principale, che è quella di riprodurre movimenti molto naturali, con la contrazione sinergica di più gruppi muscolari e delle articolazioni, che è proprio quello che accade normalmente su terreni sconnessi e così impegnativi. 
Inoltre, il lavoro a carico della fascia addominale e dorsale, il cosiddetto "core", che è una caratteristica di tutte le discipline sopracitate, credo che mi abbia conferito maggiore stabilità.
Vedremo in seguito se ci saranno ulteriori progressi, ma al momento sono molto soddisfatto del lavoro fatto.   

venerdì 28 novembre 2014

Alla ricerca del benessere...ho incontrato "un pavone"...

Nel mio personale percorso alla "ricerca del benessere" ho incontrato "un pavone". Il riferimento è agli amici della Peacock Club, una nuova palestra della capitale, che ha aperto i battenti da pochi mesi in zona Talenti.
 
Una realtà che si richiama ai valori tradizionali dello sport che sinteticamente sono quelli del sudore, della fatica e della professionalità, in contrasto con chi negli ultimi anni ha trasformato le palestre in una sorta di "centri estetici", frequentati più con il desiderio di "apparire" piuttosto che con lo scopo di migliorare la propria forma fisica. La Peacock Club è una palestra "senza fronzoli", una palestra che guarda alla sostanza prima ancora che alla forma.
 
Devo dire però che la prima cosa che mi ha colpito di questa realtà è stato il clima amichevole che si può respirare appena varcata la soglia del club, un clima di grande coinvolgimento e condivisione che ti predispone "al lavoro" e ti porta a compensare "la sofferenza" che una seria pratica sportiva comporta. Di palestre nella mia vita ne ho frequentate tante, ma difficilmente mi era capitato di avere un impatto così positivo sin dalle "prime battute".
 
Il merito va sicuramente ascritto ai soci che hanno dato vita a questa nuova esperienza professionale, i quali evidentemente hanno idee e competenze tali per potersi distinguere in un settore ultimamente molto inflazionato.
 
Per me si tratta chiaramente di un incentivo ulteriore per lavorare in modo più completo sul mio stato di benessere e per "ribellarmi" agli effetti "nefasti" dell'incedere inesorabile dell'età anagrafica. Insomma, non solo corsa, ma un lavoro più completo che possa coinvolgere efficacemente tutto il mio apparato muscolo-scheletrico.
 
E poi si tratta anche di un modo per allenare la mia "forza di volontà", che in fondo resta una delle caratteristiche migliori su cui può contare un 50enne, lasciandomi trascinare da quel "vai tranquillo", che è l'intercalare classico di Fabiana, una delle principali animatrici del "team del pavone".
 
Il mio programma attualmente prevede:
  • il Pilates, guidato dalla "tostissima" Lorenza, nel tentativo di "sciogliere le mie articolazioni arrugginite" e rafforzare i miei "muscoli posturali";
  • e poi il Funzionale, con il "senza pietà" Michele, nel tentativo di mantenere tonica un po' tutta la mia muscolatura, con esercizi più naturali anche se molto intensi.
Riuscirà il mio fisico a sopravvivere a tutto questo? Ai posteri l'ardua sentenza...
 
Per chi vuole saperne di più: http://www.peacockclub.it/ 
 

domenica 23 novembre 2014

Strong Military Trail: evviva le novità...

Sono sempre più convinto che il movimento podistico per continuare a crescere abbia bisogno di maggiore creatività e fantasia, soprattutto da parte di coloro che si fanno carico di organizzare manifestazioni.
 
Ben vengano le "classiche", quelle gare che si ripetono negli anni su formule organizzative consolidate e funzionanti, ma ben vengano pure le novità, in grado di regalare nuove emozioni, di valorizzare "la bellezza" di percorsi poco conosciuti, di regalare momenti di puro divertimento.
  
Non si può continuare ad insiste su circuiti brutti e noiosi da contendere ad automobilisti intolleranti che credono che il mondo appartenga alle automobili. Questo è chiaramente solo un mio personale parere, ma sono certo che senza coraggio e creatività si rischia nel giro di qualche anno di affossare un movimento la cui crescita oggi sembra inarrestabile. Ce ne sono già state altre di queste parabole e anche la corsa non può sentirsi esente da questo rischio.
   
Oggi, presso il Quartier Generale della Marina Militare, in via della Storta, a pochi km dal raccordo anulare, è andata "in onda" una di queste novità, e direi una piacevole novità. Si è infatti svolta la prima edizione della Strong Military Trofeo Santa Barbara, un Trail di 10 km su sentieri per lo più inaccessibili, perché situati all'interno di un'area militare.
  
Si è trattato di un Trail veramente divertente, con un percorso prevalentemente pianeggiante, ma con alcuni tratti insidiosi resi ancora più sfidanti dalla presenza di molto fango, provocato dalle pioggie dei giorni scorsi. Nel tratto finale, a rendere ancora più "particolare" il percorso, una lunga scalinata che rappresentava l'ultimo vero ostacolo prima di arrivare al traguardo.  
 
Un'ottima organizzazione logistica ha reso ancora più piacevole la partecipazione e il "superbo" ristoro finale ha rappresentato una degna conclusione di una bellissima manifestazione.
 
Complimenti quindi all'organizzazione, curata dall'Associazione Trail dei 2 Laghi, e splendidamente coordinata dall'onnipresente Carlo Ricci
   
In linea con il mio pensiero, sono quindi molto felice di sottolineare questa bella novità che è andata ad arricchire il calendario del Trail.

domenica 16 novembre 2014

Che bella giornata per il Parco delle Sabine

Ho voluto lasciar passare alcune ore, prima di fissare sul mio blog le tante emozioni provate durante le 30^ Maratonina di S.Alberto Magno, che corrisponde anche alla 5^ Corri per il Parco delle Sabine.
  
Normalmente sono abituato a scrivere di getto, ma stavolta le emozioni erano veramente tante e ho percepito la difficoltà di riuscire a produrre uno scritto di senso compiuto. Ci provo a 24 ore di distanza, sperando che la "razionalità" abbia ripreso il sopravvento e mi consenta di seguire un filo logico, ma dubito fortemente che questo processo di razionalizzazione sia avvenuto veramente.
 
Questa mattina ho approfittato del cielo sereno per ritornare nel Parco e farmi una lunga passeggiata sui luoghi del misfatto. Mi è quasi dispiaciuto che l'amico Carmine Petracca lo avesse già "ripulito" di tutti i sistemi di "tracciatura" del percorso. Se non fosse stato per una freccia "dimenticata" avrei avuto il sospetto che le immagini che ancora riempivano la mia mente fossero state solamente frutto della mia fantasia.
 
Che bello quel serpentone che ha "invaso" i vialetti del Parco, un tripudio di colori che hanno reso più vivo questo polmone verde che va tutelato contro il rischio del degrado e dell'incuria, che sono sempre in agguato in una società "moderna" che non riesce a valorizzare le sue bellezze, mentre preferisce mostrare il suo lato peggiore. In questi giorni si fa un gran parlare delle periferie, e il termine "degrado" riempie le cronache quotidiane della nostra città. Tante parole e pochi fatti, in una sorta di rituale della demagogia e del populismo. 
Nel suo piccolo la Corri per il Parco delle Sabine è un modo sano di valorizzare una zona periferica, con un'iniziativa in grado di aggregare le persone e di farle interagire in modo positivo, usando tutta l'energia che lo sport è in grado di trasmettere. E lo fa in modo "umile", richiamandosi ai valori autentici dello sport, senza premi in denaro, senza adunate oceaniche, senza tutte quelle "diavolerie" tecnologiche a cui ormai nessuno sembra più poter rinunciare. Solo amicizia, voglia di stare insieme, divertimento puro e perché no, sano agonismo. Già, perché il percorso che caratterizza questa gara non è certo dei più semplici e diventa particolarmente sfidante, con quel continuo alternarsi di salite e discese in un'area dove i tratti pianeggianti si contano sulle dita di una mano.
 
E poi c'è quel ristoro finale che lascia di stucco. Un ristoro da "festa paesana", con tutti quei dolci realizzati dalle sapienti mani delle volontarie della Parrocchia, che sono prodighe di sorrisi per tutti.
E' bello vedere come tanta gente, tanti runner appassionati, riscoprano una dimensione della corsa ormai quasi completamente dimenticata.  Una dimensione che sottolineano con i loro commenti finali, ma soprattutto con i loro sorrisi, perché mentre le parole potrebbero essere "di circostanza", i sorrisi non possono mentire.
 
Questo evento per me ha poi assunto diversi significati, tutti emozionalmente coinvolgenti, a partirerapporto simbiotico che lega la mia passione per la corsa al Parco delle Sabine, dove ho ormai "macinato" migliaia di chilometri. Il Parco delle Sabine mi ha fatto compagnia nei momenti più felici della mia esistenza, ma è anche stato il luogo dove sfogarmi, nei momenti più difficili, dove mettere da parte i pensieri negativi e ritrovare la serenità perduta. 
dal
 
E poi la presenza di tanti cari amici, dello squadrone orange della Podistica Solidarietà, di mio figlio, per la prima volta schierato al mio fianco in una competizione podistica, tutto ha contribuito a rendere questa giornata veramente speciale. 
 
Prima di concludere, mi preme ringraziare il grande Carmine Petracca, autentico animatore di questa bella manifestazione, e gli amici de L'Isola Celiaca Talenti (Via Nomentana 929) e di Mister Nutrition (Via Conca d'Oro 100), che hanno fornito un importante contributo alla realizzazione di un evento il cui ricavato viene interamente destinato alle iniziative solidali della Parrocchia di S.Alberto Magno.

Chiusura dedicata per la già citata Podistica Solidarietà. Dove c'è sport, amicizia, impegno e solidarietà, la Podistica Solidarietà c'è. Ancora una volta il colore dominante, oltre al verde del Parco, è stato l'orange, il colore simbolo di questa società che, in questo weekend, ha distribuito i suoi atleti in tutte le più importanti competizioni podistiche del weekend. Io in questa edizione ho corso con i colori dell'Associazione Malati Ipertensione Polmonare, ma l'orange ce l'ho sempre tatuato sul cuore. 

domenica 26 ottobre 2014

Chocomarathon, così non va...

Non ho statistiche precise sull'argomento, ma la percezione è che il movimento podistico stia continuando a crescere, soprattutto sul piano dei numeri. Il calendario è ormai saturo e ogni weekend si contendono la scena un numero significativo di eventi di rilievo. Anche la partecipazione è in continuo aumento, così come le associazioni podistiche.
 
Ma un movimento non può crescere solo dal punto di vista quantitativo, e anche la qualità ha la sua importanza. Chi si assume la responsabilità di organizzare un grande evento, come lo era la Chocomarathon di oggi, deve assicurarsi di avere i mezzi e le capacità per farlo. Deve accertarsi di poter garantire un servizio qualitativamente all'altezza delle legittime aspettative di chi vi partecipa.
  
Ora non vorrei accanirmi nei confronti di questa competizione e di questa organizzazione, perché il mio è un discorso più generale. Io sono molto tollerante nei confronti delle organizzazioni, perché comprendo quanto sia complesso organizzare grandi eventi podistici, soprattutto in questo momento, con gli effetti della crisi economica, che comprime le risorse, e con la scarsa cultura sportiva del popolo italiano. Però ci sono dei parametri di qualità che non possono essere ignorati.
Personalmente non assegno grande importanza a indicatori come il contenuto del "pacco gara", che invece sono spesso oggetto di discussione: ho già una casa piena di "maglie tecniche", che ogni tanto sono costretto a regalare per mantenere una sana convivenza civile nella mia famiglia.
 

domenica 12 ottobre 2014

Evviva il Trail

Dopo gare come quella di Cerveteri riesci a comprendere il vero spirito che anima il Trail, questa meravigliosa disciplina che si svolge a diretto contatto con la natura, una disciplina che riporta il runner dentro la sua dimensione più vera, dove può riuscire a provare emozioni autentiche. 
  
Attraverso il Trail, il runner può senz'altro rivivere il legame con il suo più antico progenitore, quello che correva nelle radure alla ricerca della sopravvivenza, e questo sia quando si trovava nel ruolo di cacciatore sia quando si trovava nel più scomodo ruolo di preda.  
  
Nel Trail Internazionale dei Millepiedi, che ha coinvolto i gruppi "Millepiedi" provenienti da vari paesi di Europa, ho potuto percepire in pieno questo spirito, e questo certamente grazie agli scenari naturali che hanno fatto da contorno a questa competizione (gli stessi già attraversati nell'Etrurian Trail e nella Notturna alle Cascate di San Giuliano), ma anche grazie allo spirito di grande festa che ha caratterizzato questo raduno, una vera festa di sport.
  
Un applauso quindi al gruppo Millepiedi, con in testa il suo Presidente Franco Iannilli, che ha spauto organizzare questa bella manifestazione, e un applauso a coloro che hanno collaborato attivamente nell'organizzazione, tra cui il gruppo Caere Trekking, capitanato dal mitico Sandro Vecchietti, che è l'autentico guru di questi boschi. 
  
Ma torniamo agli scenari, a questi boschi incantati che si trovano a così poca distanza dal mare. Quando si parla di queste zone, la mente visualizza quasi immediatamente l'immagine di una spiaggia, di un ombrellone, di una sedia a sdraio. Invece in queste zone ci sono ambientazioni naturali spettacolari, sicuramente più affascinanti e incontaminate di un mare che lascia molto a desiderare.  

Montagne, boschi, gole, fiumi e cascate, salite e discese a volte dolci e a volte più impervie...dove si può dimenticare il caos della vita cittadina, ma anche delle cosiddette "vacanze romane", fatte di lunghe file per raggiungere le località marine, e poi di un accalcarsi in spazi di pochi metri quadrati. 
  

domenica 28 settembre 2014

Orange in festa

Oggi ho preso parte ancora una volta al Trofeo Podistica Solidarietà, l'appuntamento annuale in cui la società orange riunisce i suoi iscritti nel Centro sportivo della Banca d'Italia, per una manifestazione che, pur culminando in una corsa campestre dai contenuti molto tecnici, è una vera e propria festa del podismo solidale.  
 
A rendere ancora più bella questa festa c'è sicuramente la bellezza della location in cui si svolge e la splendida giornata di sole, che ormai sembra rappresentare una costante per questo appuntamento, come se anche la natura volesse celebrare il binomio tra podistica e solidarietà che è la caratteristica principale di questa associazione sportiva.
 
Quest'anno anche la parte agonistica è diventata ancora più interessante, con un percorso rinnovato, costituito da 3 giri di 2.5 km, molto impegnativi per il continuo alternarsi di salite e discese e per il fondo che richiede grande concentrazione.
  
Alla fine della prova competitiva, vinta da Danilo Osimani tra gli uomini e da Paola Patta tra le donne, spazio agli "arancini" che hanno dato vita a delle gare molto divertenti e appassionanti, per la gioia dei loro genitori pronti ad applaudire tutti, dal primo all'ultimo arrivato di ogni prova, in pieno spirito orange.
 
Ma come già detto in precedenza, a rendere unica questa giornata è la cornice, che in questo caso è parte integrante del "quadro". Le chiacchiere pre-gara, la gigantesca foto di gruppo, il ricchissimo buffet, le premiazioni del Criterium Estivo (complimenti particolari a Antonella Falerno e Gianluca Corda) e del Trofeo sono i tasselli di un puzzle perfetto, che si completa grazie all'impegno di tanti atleti che offrono il loro contributo per il successo dell'evento. Tra questi mi sembra giusto citare in particolare il gruppo della Banca d'Italia, guidato sapientemente da Antonio Di Giorgio
 
Ma il vero protagonista di questa giornata è stato senza alcun dubbio il Presidente Pino Coccia che scandisce con la sua voce e con la sua "passione" ogni momento di questa splendida giornata. Una giornata che per me si è rivelata particolarmente emozionante, emozione condivisa con tanti cari amici. Anche la prestazione è stata soddisfacente con un ritmo di 4':55" al km che rappresenta indubbiamente un bel segnale rispetto a una ritrovata condizione di forma. 
 
E poi la mia giornata ha avuto un bellissimo preludio, con la visita alle Lady Orange del Mercatino della Solidarietà, che hanno rinunciato alla loro partecipazione al Trofeo per onorare la loro missione solidale. Bello apprendere a fine giornata che questa giornata di mercato ha raggiunto ancora una volta un obiettivo di successo, un "tesoretto" da "investire" in solidarietà.
  
Insomma una splendida giornata in orange!

lunedì 22 settembre 2014

Io lo so che non sono solo anche quando sono solo

Ho voluto aprire questo mio personale resoconto sulla Maratona Alzheimer con queste parole rese famose da Jovanotti, perché secondo me racchiudono il senso della mia partecipazione a questa manifestazione podistica. 

Già, perché per la prima volta da quando ho iniziato a correre mi sono ritrovato a partecipare ad una corsa podistica senza conoscere nessuno, ma proprio nessuno, eppure neanche per un solo momento di questa mia partecipazione mi sono sentito solo. Principalmente perché quando si prende parte a una corsa con delle finalità così importanti si diventa inevitabilmente parte di un insieme, perché solo insieme si può raggiungere una finalità. In questo caso la finalità era ben espressa dal motto della manifestazione "Insieme...per cancellare il silenzio". 

E poi ogni volta che indosso i "panni del runner", abbinando la passione podistica ad una finalità solidale, sento di essere accompagnato dai miei amici e compagni della Podistica Solidarietà, della Tibur Ecotrail e dell'AMIP, cioè tutte quelle persone con le quali in questi anni ho potuto coltivare questo fantastico binomio tra corsa e solidarietà. Non posso neanche dimenticare tutti gli amici "facebookiani" che hanno sottolineato questa mia partecipazione con i loro "mi piace" oppure con commenti a volte anche troppo generosi nei miei confronti.  
  
Per me la battaglia contro l'Alzheimer ha un significato profondo, perché è una sorta di rivincita contro una malattia carogna che mi ha portato via l'affetto più grande, quello di mia madre, condizionando il nostro rapporto per molti anni, troppi. Ricordo ancora quei momenti di vuoto che andavano aumentando inesorabilmente. Ricordo ancora quella vana ricerca di una terapia che potesse rallentare il progredire della malattia. Ma soprattutto ricordo con estrema sofferenza il momento in cui il suo sguardo posato su di me era lo stesso con cui ognuno di noi incrocia lo sguardo di un perfetto sconosciuto. Io questa malattia la odio e non potevo esimermi dal testimoniarlo, esprimendo solidarietà verso tutti coloro che ne sono affetti e verso coloro che ne pagno le conseguenze.
  
Quindi questa volta ho corso nel ricordo di mia madre, una presenza che ho sentito forte soprattutto nel momento di maggiore difficoltà e sofferenza, quando le mie gambe non ne volevano più sapere di avanzare, quando ho dovuto chiedere al cuore di darmi quelle risorse supplementari di cui avevo un estremo bisogno.
  
E poi all'arrivo, c'era la mia famiglia ad aspettarmi, che ha voluto seguirmi in questa "spedizione", dandomi una motivazione in più per arrivare al traguardo. E sono certo che all'arrivo, lì da qualche parte, ci fosse anche mio padre, che questa malattia l'ha odiata certamente più di me, per aver distrutto le sue legittime aspirazioni di una vecchiaia serena.  
  
Insomma, come potevo arrendermi, nonostante la fatica, il caldo, la sete, e sopratutto nonostante i 30 km, che al momento erano ancora fuori della mia portata. Sarei arrivato anche strisciando sui gomiti, e invece sono riuscito ad arrivare con una corsa ancora "dignitosa", con un tempo "decente", anche se condizionato dalle mie un po' troppo lunghe soste ai ristori, con le quali cercavo di soddisfare il mio bisogno di acqua. 
  
Chiudo questo mio resoconto complimentandomi con l'organizzazione, che ha gestito egregiamente una manifestazione che di fatto era un concentrato di eventi. Tre prove competitive (42k, 30k, 16k), una prova di nordic walking e una passeggiata aperta a tutti. Un'organizzazione perfetta, favorita certamente dalla cultura civica e sportiva della popolazione locale che ha vissuto questo evento con grande senso di rispetto e partecipazione, nonostante gli inevitabili disagi a cui è stata sottoposta. Agli Amici di Casa Insieme va il mio plauso per avere realizzato un evento che va nella giusta direzione, quella di "cancellare il silenzio".

sabato 13 settembre 2014

Corri al Parco delle Sabine

Ed eccomi nuovamente a presentare la gara a cui tengo di più in senso assoluto, quella che considero un po' la "mia" gara, perché si corre nel "mio" parco preferito, quel parco che ha avuto un ruolo di assoluto protagonista nella mia esperienza podistica.
 
La quinta edizione della Corri al Parco delle Sabine si corre Sabato 15 novembre, con ritrovo alle ore 14.00 e partenza alle ore 15.30 presso la Parrocchia di San Alberto Magno in Via E. Zago.
 
Si tratta di una gara tecnicamente interessante, con un percorso di 6.800 metri, di cui 5.600 su sentiero battuto e 1.200 metri su asfalto. Il Parco delle Sabine ha un profilo collinare con un continuo alternarsi di brevi salite e rapide discese, una sorta di Fartlek naturale con qualche "strappo" più impegnativo.
 
E' una gara aperta a tutti e che si consuma all'interno di un clima "amichevole", coerente con lo spirito solidale di questo evento, il cui ricavato viene destinato alle attività sociali portate avanti dalla locale parrocchia. Per questa ragione la gara continua ad essere considerata "non competitiva", anche se viene prodotta una regolare classifica e vengono consegnati premi sia assoluti sia di categoria.
 
 
Va detto che la gara ha una importante tradizione, perché rappresenta di fatto la 30' edizione della Maratonina di S. Alberto Magno, anche se negli ultimi 5 anni è stata caratterizzata da questo nuovo stimolante percorso.
 
Il costo della partecipazione è di 6 € e da diritto al godimento di questa bella esperienza, al contributo solidale fornito alla parrocchia e al fantastico rinfresco finale pieno di prelibatezze realizzate dalle signore che animano le attività parrocchiali.
 
A coordinare il tutto Carmine Petracca, un nome che garantisce la qualità di tutta l'organizzazione; negli ultimi anni tutti coloro che hanno partecipato, dai grandi atleti ai "tapascioni doc", hanno espresso giudizi entusiastici, avendo ritrovato in questa manifestazione lo spirito autentico della corsa, quello che in questi anni è andato smarrito. Sono previste anche gare giovanili.
  
Per le iscrizioni oppure per ottenere ulteriori informazioni potete far riferimento allo stesso Carmine,  scrivendo una mail a petraccacarmine@libero.it oppure chiamando il numero 331.3681178.
  
Per la preiscrizione è sufficiente inviare una mail o un sms specificando: 
15 novembre - Cognome Nome - anno nascita

domenica 7 settembre 2014

La grande festa della Solidarietà

Oggi a Tagliacozzo abbiamo vissuto un'incredibile giornata, densa di emozioni positive: si è trattata di una vera e propria festa della Solidarietà, incentrata sul tema della lotta all'Ipertensione Polmonare.
  
In questa giornata la corsa è stata un "trattino orange" tra le parole Festa e Solidarietà, perché tutti, ma proprio tutti, hanno condiviso i veri valori che hanno caratterizzato questo evento, anteponendoli al significato sportivo della competizione, che comunque ha espresso valori tecnici certamente apprezzabili anche in virtù di un percorso particolarmente sfidante.  
  
A rendere l'evento ancora più gradevole c'è stata la partecipazione di tutta la cittadinanza di Tagliacozzo, che ha sottolineato con calore ed entusiasmo ogni momento del programma, evidentemente trascinata in questo dal magnifico duo costituito da Massimiliano Rossini, nel suo ruolo di grandioso organizzatore, e da Serena Latini, l'autentica "colonna sonora" di questa manifestazione. 
  
Tutto ha ruotato intorno alla causa della lotta all'Ipertensione Polmonare, e al legame indissolubile che si è creato tra questa lotta e la disciplina della corsa, legame ben rappresentato dallo slogan: "il mio respiro per chi è rimasto senza". 
  
E in questa giornata c'è stato anche modo di nominare un nuovo Ambasciatore AMIP, un altro podista che ha dimostrato nel tempo grande dedizione a questa causa, ovverosia il podista solidale Marco Taddei. La pattuglia degli Ambasciatori si arricchisce quindi di un altro elemento che sappiamo metterà tutta la sua energia al servizio di questa impresa: quella di non lasciare mai soli coloro che sono affetti da questa malattia carogna. 
  
Quando si parla di lotta all'Ipertensione Polmonare viene immediatamente alla mente il nome di Vittorio Vivenzio, l'instancabile presidente dell'Associazione Malati Ipertensione Polmonare, e, insieme a lui, tutti coloro che animano questa comunità di persone, molti dei quali oggi erano orgogliosamente presenti nella piazza di Tagliaccozzo, con la loro maglietta con su scritto INSIEME SI PUO'.   
   
Ma un altro simbolo di questa lotta è certamente Giorgia Onorati, la giovane amica che si batte da anni contro i terribili effetti di questa malattia. Una ragazza che esprime in sé tutta la sua voglia di vivere e di non arrendersi, e che ora, si prepara con tenacia e determinazione a riprendere un discorso con la "normalità" interrotto alcuni anni fa. Oggi Giorgia, ad appena 15 giorni dal suo ritorno a casa dopo alcuni anni vissuti all'interno dell'ospedale Bambin Gesù, ha effettuato la sua prima avventura "fuori porta", presenziando alle premiazioni di questa incredibile giornata diventando un autentico catalizzatore di emozioni indescrivibili.
  
Ad attenderla anche la madrina della manifestazione, Roberta Scardola, protagonista della serie televisiva "I Cesaroni" ma soprattutto persona vera, che ha dimostrato una genuina sensibilità nei confronti di questo tema. 
  
In prima fila contro l'Ipertensione Polmonare c'era come sempre un nutrito gruppo di atleti orange, sia quelli della Tibur Ecotrail sia quelli della Podistica Solidarietà, due società che da molti anni sono strettamente legate da questa finalità solidale. 
  
A guidare la truppa della Podistica Solidarietà c'erano sia il Presidentissimo Pino Coccia, sia il VicePresidente Marco Perrone Capano. Entrambi si sono anche cimentati nel Test del Cammino, potendo così condividere le difficoltà con cui i malati di Ipertensione Polmonare si confrontano ogni giorno. La Podistica Solidarietà ha devoluto all'AMIP il premio vinto come seconda squadra più numerosa, ribadendo la promessa di devolvere anche i premi eventualmente vinti nelle altre gare della giornata. In casa Podistica Solidarietà vale la pena sottolineare il secondo posto assoluto conquistato dal "solito" Domenico "Mimmo" Liberatore
   
E' stata quindi una giornata delle grandi emozioni, che si è conclusa con un gustoso "pasta party" dove la "pasta e fagioli" ha dominato incontrastata su tutte le altre pietanze offerte. Suggestivo anche l'incontro con la "processione locale", un incontro che ha permesso di condividere valori importanti, suggellando il ruolo solidale espresso dallo sport, quello vero.  
  
Per ricordarla attendiamo con trepidazione le foto della grande fotografa Christine Emca (www.emcafoto.com), sempre brava a catturare emozioni, e oggi di emozioni ce n'erano proprio tante.

lunedì 1 settembre 2014

A Tagliacozzo per la Solidarietà

Domenica 7 settembre a Tagliacozzo (AQ) ritorna la "Gara della Solidarietà città di Tagliacozzo", una manifestazione dove si rinnova il binomio corsa-solidarietà.
 
Partiamo proprio dalla finalità solidale, il sostegno alla causa dell'Associazione Malati Ipertensione Polmonare (AMIP) che è appunto la lotta contro l'Ipertensione Polmonare, una malattia "carogna" che toglie il respiro a chi ne è affetto.
 
Per questa ragione centinaia di runner doneranno "il loro respiro a chi è rimasto senza", nel tracciato impegnativo di 10 km che caratterizza da sempre questa manifestazione.
 
Sarà quindi una catena umana di solidarietà, che darà il proprio contributo a questa battaglia ribadendo un concetto che è alla base di tutte le battaglie di questo tipo e che è anche il motto dell'AMIP: INSIEME SI PUO'.
 
La manifestazione è organizzata dalla Tibur Ecotrail, e in modo particolare dal duo Massimiliano Rossi e Serena Latini, ma come sempre vedrà una presenza importante degli atleti della Podistica Solidarietà, guidati dal presidente Pino Coccia.  Del resto la battaglia contro l'Ipertensione Polmonare ha sempre visto in prima fila questa due società, unite non solo dal colore orange delle loro maglie e dalla storica amicizia che le lega, ma anche dalla finalità solidale con cui arricchiscono la loro passione.
  
Prima della partenza si terrà una sessione speciale del Test del Cammino, un modo per far comprendere a tutti le difficoltà con cui i malati di Ipertensione Polmonare si confrontano quotidianamente. Pensiero speciale per la nostra amica Giorgia Onorati, diventata una sorta di simbolo di questa battaglia.

Madrina della manifestazione sarà l'attrice Roberta Scardola, protagonista della popolare fiction "I Cesaroni".

La prova dei 10 km vale anche come "Memorial Tarquinio Catello", in ricordo dell'atleta della Podistica Solidarietà scomparso prematuramente alcuni anni fa.

Ci aspetta quindi una grande giornata di sport e solidarietà che vale la pena vivere.

Gara della Solidarietà di Tagliacozzo
Luogo: Tagliacozzo (AQ)
Data: domenica 7 settembre 2014
Ora Partenza: 9.30
Distanza: 10 Km 
Tipo percorso: Strada
Termine iscrizione: 05/09/2014
Costo iscrizione: 10€
 
Società organizzatrice: Asd Tibur Ecotrail
Responsabile: Massimiliano Rossini
Tel: 338.3995710 Massimiliano - 334.6148214 Serena
Email: tiburecotrail@alice.it - info@tiburecotrail.it
Sito Web: www.tiburecotrail.it

martedì 26 agosto 2014

A Raggiolo per tornare "in forma"

La premessa è doverosa: Raggiolo è uno splendido borgo della provincia di Arezzo, un borgo bello e selvaggio immerso in uno scenario naturale incantevole, dove predomina il colore verde intenso dei boschi di castagno e il rumore impetuoso dei due torrenti che scorrono verso valle.
 
Raggiolo è un vero e proprio paradiso per chi ama la natura e soprattutto per chi aspira a correre e camminare a contatto con la natura. Ogni sentiero che dal paese si immerge nella fitta boscaglia diventa un'occasione per "correre" un fantastico Trail, in grado di regalare emozioni fortissime e incontri indimenticabili con la "popolazione" del bosco, costituita da cinghiali, caprioli, tassi, volpi, istrici e, a detta di molti, anche di lupi.
 
Questo scenario è ideale per portare avanti programmi di allenamento intensivo, sfruttando in questo senso tutte le difficoltà che i vari percorsi presentano. Bisognerà solo avere l'accortezza di escludere gli esercizi su terreno pianeggiante, perché da queste parti la pianura non esiste, solo salite e discese abbastanza impervie ed impegnative. A Raggiolo, l'unico breve tratto assimilabile a un percorso pianeggiante è stato chiamato "Via Piana", quasi a sottolineare l'assoluta particolarità di quel luogo.
 
Per me, Raggiolo rappresenta da alcuni anni l'occasione per "rimettermi in forma", eliminando tutte le scorie accumulate nei mesi precedenti e mettendo tanto "fieno in cascina" per le competizioni autunnali. Quando parlo di "forma" mi riferisco non solo al fisico ma anche alla mente e quindi ad uno stato di benessere psico-fisico che consenta di ricaricare completamente le proprie "batterie" e prepararsi in questo modo ad affrontare al meglio la nuova stagione.
 
A Raggiolo mi alleno intensamente, almeno due ore la mattina e a volte un'altra ora la sera, ma comunque mi alleno sempre in un clima di piena allegria, senza schemi fissi, alternando camminate in compagnia a corse in solitaria e senza rinunciare ad alcuni piaceri, come quello di fare colazione nella bottega di Quota, un paesino a qualche chilometro da Raggiolo, oppure quello di fermarmi per "approfittare" dei frutti di bosco offerti dalla natura (che rappresentano uno straordinario integratore energetico) piuttosto che per verificare che nei paraggi del sentiero non si possa trovare qualche fungo. 
 

giovedì 31 luglio 2014

Le corse della Solidarietà

Sono in arrivo "le corse della Solidarietà", un trittico di competizioni molto diverse tra loro ma accumunate da una grande finalità solidale.
 
Partiamo proprio dalla finalità, il sostegno alla causa dell'Associazione Malati Ipertensione Polmonare (AMIP) che è appunto la lotta contro l'Ipertensione Polmonare, una malattia "carogna" che toglie il respiro a chi ne è affetto.
 
Per questa ragione centinaia di runner si cimenteranno in prove molto diverse fra loro per fare da "cassa di risonanza" rispetto a questa malattia, perché informare, in questo caso, significa salvare vite umane. Tanti podisti che doneranno "il loro respiro a chi ne è rimasto senza".
 
Tutti insieme perché le battaglie si vincono insieme, e come recita il motto dell'AMIP: insieme si può.
 
Sarà una catena umana di solidarietà, lunga ben 75 km, perché si tratta della sommatoria dei:
  • 10 km del Marsia Fast Trail, un trail che si svolge domenica 24 agosto, a Marsia di Tagliacozzo, nella faggeta più grande d'Europa.
     
  • 10 km della Gara della Solidarietà di Tagliacozzo, una corse su strada che si svolge domenica 7 settembre a Tagliacozzo, su un percorso "sfidante".
       
  • 55 km dell'Ultratrail del Mandriano, un trail che si svolge sempre domenica 7 settembre a Tagliacozzo, su un percorso impegnativo ma meraviglioso.
Insomma, ce n'è per tutti i gusti e tutti potranno fornire il loro importante sostegno all'AMIP, scegliendo la gara più adatta alle loro caratteristiche.
 
Quando realizzo quanto sia diventato solido il rapporto tra il mondo delle corse e la battaglia contro l'Ipertensione Polmonare ho sempre un piccolo "nodo alla gola", perché quando ho incontrato per la prima volta gli amici dell'AMIP non potevo certo immaginare questa evoluzione. Un'evoluzione che è merito di due società, la Podistica Solidarietà, e la Tibur Ecotrail, che è anche la società che organizza questo trittico di gare. A "condurre le danze" ci saranno quindi gli inarrestabili Massimiliano Rossini e Serena Latini, una garanzia di successo. 
 
Ci aspettano quindi due grande giornate di sport e solidarietà, con tre appuntamenti che vale la pena vivere.

martedì 29 luglio 2014

Cento giorni di sport

Da alcuni giorni ho aderito a un nuovo gruppo e attraverso questa adesione ho di fatto acquisito un nuovo obiettivo, quello espresso esplicitamente dal nome del gruppo stesso: Cento giorni di sport.
  
Chi aderisce a questo gruppo si impegna a praticare almeno 30 minuti di sport al giorno per 100 giorni consecutivi. E' ammesso qualsiasi tipo di sport, a condizione  che lo sforzo fatto generi un minimo impegno di carattere cardiovascolare.  
 
Nessuno controlla nessuno per cui ci si fida delle spontanee dichiarazioni di coloro che si impegnano al raggiungimento dell'obiettivo. Quando un partecipante dichiara di aver raggiunto la quota di 100/100, il suo nome viene iscritto nel registro informale dei "centisti". Chiaramente se qualcuno dei partecipanti "buca" l'obiettivo, nel senso che lascia passare un intero giorno senza praticare sport, azzera il proprio contatore e ricomincia da capo, 
 
Inutile barare, anche se i premi per chi raggiunge l'obiettivo sono di grande valore, perché a questo gioco si vincono il benessere, la motivazione e l'autostima.
 
Non so bene di chi sia stata l'idea, ma credo che si tratti di un'iniziativa lanciata dal Dott. Luca Speciani, il padre della DietaGIFT, uno che di benessere se ne intende. Comunque per non sbagliare cito anche gli altri amministratori del Gruppo e cioè Raffaella Boldrini, Mauro Righes e Manuela Navacci.
 
All'iniziativa principale si vanno affiancando nuove iniziative, come quella del CENTonic, che prevede l'impegno a dedicare 15 minuti al giorno ad esercizi di tonificazione muscolare.   
 
Per saperne di più o per aderire è necessario accedere al gruppo Facebook [cliccando qui]

lunedì 28 luglio 2014

Sulle strade dell'Ente Maremma

Sabato scorso, dopo una parentesi trail molto impegnativa, sono tornato alle corse su strada con una gara organizzata dagli amici dell'Associazione Caere Trekking, capitanata dall'inarrestabile Sandro Vecchietti
   
Corri sulle strade dell'Ente Maremma è una prova impegnativa di 9 km che si svolge nel comune di Cerveteri e in particolare nello splendido Borgo Medioevale di Ceri. Una gara ben organizzata con quel modello di organizzazione che io definisco "alla buona", espressione che per me ha una connotazione estremamente positiva. Una gara "alla buona" è infatti una gara organizzata in modo efficace, senza però sacrificare il clima di informalità e di amicizia che resta la caratteristica prevalente della manifestazione. Una gara dove nessuno finisce per "prendersi troppo sul serio", e dove nessuno dimentica che la corsa è un "esercizio di puro divertimento".  
  
Insomma in una corsa così nulla raggiunge la perfezione, eppure tutto funziona a meraviglia, e la soddisfazione generale la puoi leggere nel sorriso che domina il volto di organizzatori e partecipanti. Anche qualche inconveniente, come quello dell'arco della partenza troppo grande per le dimensioni della strada, diventa occasione per rendere ancora più "cameratesco" il clima generale.
  

giovedì 24 luglio 2014

Una APP mi salverà?

Dopo un'infanzia e un'adolescenza vissuta costantemente "sotto peso", ho iniziato la mia eterna "battaglia contro il peso", cioè contro la mia tendenza a "lievitare".
   
Sono riuscito sempre a mantenermi entro certi limiti, evitando di sconfinare nell'obesità, ma questo a costo di sacrifici e con il cosiddetto effetto "a fisarmonica". Credo di aver sperimentato tutti i regimi dietetici esistenti, senza però riuscire a trovare una reale stabilità. E questo nonostante abbia acquisito molte conoscenze rispetto ai principi nutrizionali e avendo piena consapevolezza delle regole che andrebbero rispettate. 

Probabilmente il mio "metabolismo" ha perso tutti i punti di riferimento e fatica a comportarsi in modo "razionale", ma questa è una mia precisa responsabilità. La corsa mi ha aiutato in questa strategia di "controllo del peso", ma la mia eterna battaglia è ancora in corso e non è stata vinta. 
  
In questi giorni sto seguendo un nuovo "protocollo alimentare" che sembra stia fornendo i primi risultati, i quali però dipendono solo in parte dalla qualità del protocollo, ma soprattutto dalla mia volontà di rispettarlo. 

In parallelo ho iniziato anche a sperimentare l'uso della "tecnologia" a supporto della mia strategia. In modo particolare l'uso di alcune APP disponibili per il mio smartphone. Ne sto sperimentando due in contemporanea: Lifesum e MyFitnesspal. Sono due APP che svolgono la stessa funzione di controllo del regime alimentare, tenendo conto delle caratteristiche fisiche dell'individuo, dello stile di vita, degli obiettivi che si vogliono raggiungere.    
  

sabato 12 luglio 2014

Maratona Alzheimer - insieme per cancellare il silenzio

Non è mai semplice aprire le segrete stanze della propria anima, là dove risiedono i sentimenti e le emozioni più profonde, là dove si preferisce "soffocare" le proprie sofferenze, come quelle generate dall'assistere impotenti all'evolvere di una malattia che distrugge il rapporto con un familiare, creando un muro di incomunicabilità. Ancora di più se quel familiare è tua madre.
  
Oggi ho deciso di farlo, rendendo pubblica la mia sofferenza, per sostenere quella che ritengo una "giusta causa": promuovere un'iniziativa podistica che vuole essere un atto di forte testimonianza contro una malattia silenziosa, ma devastante sia nei confronti del malato sia nei confronti di chi gli vive accanto. Perché insieme è possibile cancellare il silenzio!  
  
La Maratona Alzheimer, organizzata dall'Associazione di Amici di Casa Insieme, che si corre a Cesenatico domenica 21 settembre 2014, con prove competitive da 42km, 30 km e 16km.
 
Perché una Maratona contro  l'Alzheimer? Per un fatto meramente simbolico, perché esiste un aspetto comune tra i malati di Alzheimer e i maratoneti: i malati che presentano il cosiddetto “wandering”, camminano senza una meta precisa alla ricerca di un luogo dal quale trarre benessere, viceversa, i maratoneti trovano il loro benessere in modo consapevole attraverso la corsa.
 
E per un maratoneta appassionato come me, che ha vissuto così da vicino l'esperienza dell'Alzheimer, questo è un appuntamento da onorare.
  
Perché io ho visto quegli sguardi persi nel vuoto, ho osservato quei finti sorrisi per difendersi da chi giorno dopo giorno si trasforma in un estraneo, ho ascoltato quegli interminabili silenzi a fronte di domande a cui non c'era più una risposta. Ho osservato quella "bestia silenziosa" nutrirsi dei ricordi e dei sentimenti, alzare un muro di incomunicabilità tra persone legate fra loro da legami che sembravano indissolubili.
 
Io ho conosciuto l'Alzheimer da vicino, l'ho guardata negli occhi e l'ho odiata con tutte le forze. Ho rimpianto ogni abbraccio perso, ogni parola non detta, soprattutto quelle che non ho potuto dire perché ormai era inutile.
  
E ho provato la solitudine che prova ognuno di coloro che viene circondato da questa malattia carogna, sentendo addosso la responsabilità, di essersene accorto troppo tardi, di aver scambiato i silenzi per riservatezza, di aver sorriso alle prime dimenticanze.
  
Mi sono chiesto tante volte cosa avrei potuto fare per sfogare la mia rabbia contro questa infame malattia. Cosa avrei potuto fare per aiutare chi ha vissuto oppure sta ancora vivendo questa triste esperienza.
  
Ora ho scoperto che grazie a questa gara posso almeno fare una cosa semplice e che mi riesce abbastanza bene: correre. Posso usare la mia passione per la corsa, una passione nata anche come reazione a quei terribili anni che mi hanno strappato via gli affetti più cari, le radici della mia esistenza. 
  
Una Maratona contro l'Alzheimer. Non so se questa corsa mi aiuterà a liberarmi definitivamente dei miei incubi e a ritrovare i ricordi più belli della vita vissuta con mia madre prima della malattia, ricordi oggi sepolti sotto una pesante coltre. Spero però che questa corsa possa contribuire a far sentire meno solo chi si confronta quotidianamente con l'Alzheimer. Perché "insieme" è più facile combattere, perché insieme è possibile cancellare il silenzio.
  
Ritrovandomi insieme a tanti altri runner, spero però di superare quel vuoto e quella solitudine che da allora non mi hanno mai abbandonato, nonostante i tanti affetti che ancora mi circondano. Ma nessuno e niente può riempire lo spazio lasciato vuoto da una madre, dalla trista esperienza di averla vista soffrire.
  
INSIEME PER CANCELLARE IL SILENZIO!
 
Per saperne di più: http://www.maratonaalzheimer.it/ 

lunedì 7 luglio 2014

Saggezza o debolezza?

Questa riflessione ruota intorno alla mia ultima partecipazione all’Ultra Trail dei Monti Simbruini (UTMS), una gara con la quale volevo entrare nel “gotha” degli ultratrailer, che, per chi non fosse molte esperto della materia, sono quei runner in grado di superare la fatidica soglia dei 42 km in gare di Trail Running, che si svolgono su percorsi "in natura" e generalmente molto impegnativi.
   
Avevo deciso di lanciare questa sfida "a me stesso" in occasione del compimento dei miei 50 anni e per questo avevo scelto l’UTMS, perché dichiarato inizialmente come una Trail di 50 km, ma che poi nel tempo si è "allungato” raggiungendo i 56 km ufficiali, e, secondo qualcuno dei finisher, i 58 effettivi.
   
Ieri la partecipazione alla gara e la decisione di ritirarmi al 38’ km, ritiro “ponderato” e “attuato” a fronte di una valutazione che ha tenuto conto  delle oggettive difficoltà di un percorso molto duro, e aggiungerei "troppo duro" per le mie capacità. Ritiro che ho affrontato con la massima serenità e senza alcun rimpianto, e che mi ha permesso di tornare a casa tutto intero e in buono stato. Alzarmi questa mattina senza alcun dolore, se non un leggero risentimento dovuto a una caduta occorsa nei primi chilometri di gara, è diventata “la mia personale medaglia”.
Al di là di questa sintesi, mi sono chiesto razionalmente, se questo ritiro rappresenti per me un segnale di saggezza oppure di debolezza
  
Partire con un obiettivo e poi rinunciarci a prova "in corso", senza una costrizione (come un infortunio), potrebbe essere interpretato facilmente come un segnale di debolezza, di mancanza di determinazione e spirito di sacrificio. Usando espressioni molto “gettonate” nello sport, potrei dire che alla prova dei fatti non sono stato capace di “stringere i denti”, di “soffrire”.

Del resto ero stato informato che si trattasse di una gara molto impegnativa e su una distanza per me proibitiva (anche se la realtà è andata oltre la previsione) e quindi avevo tutti gli elementi per decidere preventivamente di “non partecipare”, considerata anche la mia condizione attuale di scarsa forma. Aggiungo che leggendo la descrizione del percorso, pubblicata da un sito web, avevo compreso che la parte peggiore l’avrei incontrata a partire dal 31’ km, a cominciare cioè dall’ascesa al Monte Tarino. Da lì in poi sarebbero state “lacrime e sangue”. 
 
Però ho deciso di provarci lo stesso e di confrontarmi con le asperità del percorso, anche se avevo maturato la quasi certezza che non sarei riuscito a completare i 56 km nel tempo limite di 12 ore. Questo può essere un argomento che va a favore dei teorici della “debolezza”, perché partire con la convinzione di non farcela, significa partire sconfitti.
  
Posso anche aggiungere che già al ristoro del 30’ km, avevo pensato di ritirarmi e questo consapevole di che cosa mi avrebbe atteso nei 26 km successivi. Però sono ripartito, spronato dal mio compagno di viaggio Fabrizio, e ho affrontato la maestosità del Monte Tarino, per poi decidere il ritiro al raggiungimento del successivo ristoro. Sono certo che se mi fossi ritirato al 30’ km avrei vissuto questo ritiro con sofferenza, mentre al 38’ km l’ho potuto affrontare con la massima serenità, perché in quel tratto di 8 km durissimi e molto tecnici ho compreso che se avessi continuato sarei andato oltre le mie capacità, oltre i miei limiti.
   
Ora sui limiti potrebbe innestarsi un dibattito infinito, basato sulla dicotomia tra limiti mentali e fisici, rischiando di finire vittima di chi sostiene la teoria che i limiti fisici non esistono e che i limiti sono tutti mentali. Una teoria che non condivido. Sono certo che la maggior parte delle nostre scelte sono condizionate da limiti di carattere mentale, che sono quelli che ci impediscono “di partire”, “di provarci”, Ma una volta superati i limiti di carattere mentale, dobbiamo acquisire una corretta consapevolezza dei limiti fisici. Liberandoci dei limiti mentali possiamo cioè “alzare l’asticella”, ma non possiamo “alzarla” all’infinito.

Ma cosa è successo esattamente dal 31’ al 38’ km? E’ successo che il percorso è cambiato “drammaticamente”, diventando estremamente tecnico. Tanto per intenderci non sono più riuscito ad infilare due passi di corsa in sequenza, non tanto per la stanchezza, quanto per la sensazione di insicurezza e di rischio dovute alle pendenze e alla conformazione del terreno. 
  
La certezza che dopo il ristoro del 38’, avrei dovuto affrontare altri 18 km molto tecnici e  caratterizzati da salite impervie e discese “pericolose”, mi ha fatto maturare la convinzione razionale che avevo raggiunto i miei limiti, almeno quelli attuali, e che era “giusto” prendere questa decisione.

Giusto per me, ma anche giusto nei confronti degli organizzatori. 
   
Questa convinzione di aver maturato la decisione “giusta”, di aver mantenuto un senso del limite, mi portano a pensare che la mia decisione sia stata questa volta una dimostrazione di saggezza.
   
Aggiungo un’altra cosa: nelle mie meditazioni su cosa la “corsa” rappresenta per me, su quali siano le motivazioni che hanno portato, Mr ZAC, a diventare un runner appassionato, non posso e non devo  dimenticare le dimensioni del “divertimento” e del "benessere".  Anche quando “soffro”, perché la corsa per me è anche sofferenza fisica e mentale, anche quando metto a dura prova me stesso, le dimensioni del “divertimento” e del "benessere", rappresentano per le motivazioni principali. La corsa per me on può essere ridotta al raggiungimento di un traguardo. Anche perché il mio vero traguardo è nell’impegno che ci metto per migliorarmi, è nella decisione di partire, di provarci. Arrivare e superare il traguardo fisico, rappresentato dall’arco di gomma, è importante, bello ed emozionante, ma non deve mai farmi dimenticare i veri motivi per cui corro. E la sofferenza non deve mai prevalere sul “divertimento" e sul "benessere". 
   
Ieri dal 31’ al 38’ km, ho maturato la convinzione che se avessi continuato avrei sacrificato la dimensione del “divertimento”. In cambio di cosa? Di una medaglia, della gratificazione di dire ce l’ho fatta, o del piaceredi sentirmi dire dai miei amici che sono un eroe? 
    
Aggiungo a mio favore che se solo 3 anni fa qualcuno mi avesse detto che avrei fatto 38’ km in quelle condizioni, lo avrei “segnalato” per un ricovero coatto in qualche clinica psichiatrica. Aggiungo anche che i veri amici sono sempre pronti e a sostenerti anche di fronte a un cedimento, mentre i finti amici sono pronti a giudicarti sempre, nel bene e nel male.  
  
Sono quindi convinto che ieri la mia sia stata una scelta saggia, anche un po' coraggiosa e quindi questa volta l'applauso me lo faccio da solo, segno che il raggiungimento dei 50 anni qualche riflesso positivo lo ha avuto. 
  
Chiudo con questa bella frase di Giorgio Faletti (scomparso da pochi giorni) che sottolinea questo mio momento: "Ma il coraggio è anche questo. La consapevolezza che l’insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai..."

Mr ZAC

PS  Mi scuso con i miei "compagni di viaggio" ai quali ho motivato il mio ritiro con un problema fisico. In effetti il doloretto al ginocchio c'era, ma non ha avuto alcun peso sulla mia decisione. Non volevo "farmi convincere" a recedere dal mio proposito e volevo che loro affrontassero il finale di gara senza troppi condizionamenti.

giovedì 3 luglio 2014

Trail Running - #3 - L'uso dei bastoncini

Il Trail Running è una particolare variante della corsa, o più in generale del podismo, che si svolge su percorsi di montagna, quei percorsi cioè che sono tipici dell'escursionismo. Gli stradisti che affrontano le prime prove Trail si pongono una serie di domande su questa specifica specialità. Io con questi post dedicati cerco di fornire qualche risposta a queste domande raccontando la mia esperienza di "tap runner", cioè di uno che affronta il Trail con uno spirito moderatamente competitivo, senza l'assillo del tempo e della velocità.
  
C'è sempre una grande discussione intorno all'uso dei bastoncini da trekking nelle gare di Trail Running. Ricordiamo che il Trail Running viene considerato in qualche modo la versione competitiva del trrekking e quindi la domanda intorno all'uso dei bastoncini è sostanzialmente legittima. 
La mia esperienza, e un po' di studi fatti sull'argomento mi portano a dire che l'uso dei bastoncini ha un "ritorno positivo" in salita e in discesa, mentre nei tratti pianeggianti, dove si corre di più, diventa di fatto un'aggravante.
  
In salita è provato il beneficio dell'uso dei bastoncini in termini di riduzione dello sforzo muscolare a livello delle gambe, almeno il 15% in meno, e questo perché una parte dello sforzo muscolare complessivo viene assorbito dai muscoli delle braccia. Personalmente posso affermare con certezza che in salita il beneficio si ripercuote anche a livello della schiena. Salite lunghe e ripide caricano molto i muscoli della schiena, mentre con i bastoncini parte di questo carico viene assorbito dalle braccia e dalle spalle.
   
In discesa la discussione è più accesa, ma è comunque provato che l'uso dei bastoncini riduce il carico sulle ginocchia, anche in misura considerevole. Dal mio punto di vista i bastoncini in discesa possono diventare uno strumento di sicurezza, perché aumentano i punti di appoggio, favorendo stabilità ed equilibrio.
  

lunedì 30 giugno 2014

Se le mie scarpe potessero parlare - di Romano Dessì

"[...] Le mie scarpe hanno fatto migliaia di chilometri, hanno attraversato deserti immaginari e scalato montagne d'indifferenza. Hanno visto dal basso quello che noi non siamo riusciti a vedere con i nostri occhi, accecati dal nostro orgoglio [...]"
 
Questa frase è stata estratta dal libro "Se le mie scarpe potessero parlare", scritto da Romano Dessì, il marciatore "leggendario" che, dopo 40 anni, continua imperterrito a portare la marcia in ogni tipo di competizione podistica, incurante della frenesia che circonda questo mondo ormai dominato dalla "velocità".
 
Con la sua caratteristica andatura, Romano Dessì, rappresenta infatti "il presidio slow" del mondo podistico, sempre più dominato da un approccio "fast", inteso come "usa e getta". 
 
Nell'anno in cui viene nominato "senatore" della Maratona di Roma per aver preso parte a tutte le sue edizioni, l'amico Romano decide di "riaprire i cassetti chiusi dei suoi ricordi", evocando uno sport "dove ognuno sia libero di esprimersi, senza dover rendere conto a nessuno dei risultati conseguiti", uno sport "dove il primo non prevalga sull'ultimo".  Con questo suo libro, Romano ci regala una grande utopia, dimostrando che un sognatore non smette mai di esserlo, neanche dopo 40 anni di pratica sportiva.
  
"Se le mie scarpe potessero parlare" è il libro che tutti gli sportivi dovrebbero tenere sul proprio comodino, per leggerne un brano prima di andare a dormire. E io personalmente non me lo sono fatto sfuggire.
 

sabato 28 giugno 2014

Orange for Caritas

Da molto tempo ormai la Podistica Solidarietà si è impegnata a sostenere la mensa Caritas di Colle Oppio, con un'attività che vede impegnati una quindicina di volontari per un sabato al mese.
 
Questi volontari, coordinati dal podista solidale Salvatore Piccirillo, coprono tutti i ruoli necessari a mandare avanti il servizio mensa, affiancando gli operatori della Caritas diocesana: dalla registrazione degli ospiti, ai servizi di sala, passando per la distribuzione delle vivande. 
 
Sono tanti i volontari che si alternano in questo servizio che rafforza la vocazione solidale di questa associazione podistica, che riesce a coniugare la passione per il podismo con la solidarietà verso chi nella vita è stato meno fortunato.
 
Anche io mi onoro spesso di partecipare a questa bellissima iniziativa, che ha un elevato valore sociale perché consente di assistere quotidianamente centinaia di persone, garantendo loro un pasto caldo.
       
Lo scopo di aver dedicato un post a questa iniziativa, non è quello di autoincensarmi, ma quello di far conoscere a tutti questa opportunità per fare qualcosa per gli altri: un modo come un altro di invitare tutti a prendere parte a questo servizio, ampliando la base dei volontari. E per motivare altre persone alla partecipazione non voglio ricorrere a frasi retoriche o comunque cariche di significati ideali. Preferisco ricorrere a un concetto più semplice, affermando che l'altruismo è la più grande forma di egoismo, perché quando si ha l'opportunità di donare qualcosa a qualcun altro tendenzialmente si riceve molto di più di quanto si dona. Queste esperienze riescono a rendere "più ricche" le persone che vi prendono parte.
  
Insomma gli amici della Podistica Solidarietà vi aspettano a braccia aperte, anche se non siete parte di questa associazione...perché la solidarietà è aperta a tutti e non ha bandiere.  
 
Per entrare in contatto con la Podistica Solidarietà potete far riferimento alla pagina contatti del loro sito [CLICCANDO QUI]