lunedì 28 febbraio 2011

Alzati e Corri - I benefici sull'Autostima

Alzati e Corri
dal divano alla Maratona in 365 giorni
Approfondimento L'Autostima
    
Senza avere la pretesa di pormi nel ruolo dello psicologo, non ho alcun dubbio che l'altro fattore su cui ero in grado di trarre un bilancio positivo era connesso con il concetto di autostima. Torno quindi inevitabilmente su un tema già affrontato in modo professionale da Lorenzo Bianchi in un altro capitolo del libro, quello relativo alla motivazione.
 
Per Wikipedia "l'autostima è quel processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso tramite l'autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni".
  
Più semplicemente direi che l'autostima è un sentimento di apprezzamento per la propria persona a cui si riconosce la capacità di porsi obiettivi sfidanti e di raggiungerli. La stima verso noi stessi ci aiuta a vivere meglio e ci rende più efficaci perché ci consente di affrontare ogni difficoltà con sufficiente energia e convinzione.
 
Nel mio caso specifico, in un momento della mia vita dove alcune certezze erano state messe in discussione e dove la fiducia in me stesso si era incrinata, la corsa mi aveva restituito una piena fiducia nei miei mezzi, anche perché mi aveva permesso di raggiungere importanti obiettivi in una settore, quello dello sport, in cui mi sentivo particolarmente "debole", anche perché in questo campo non ero mai riuscito a raggiungere risultati apprezzabili. Lo sport era stato per me fonte di una serie di delusioni dovute soprattutto alla mia "incostanza" e quindi proprio alla mia incapacità di raggiungere risultati, arrendendomi spesso al primo ostacolo.
 
La corsa era sempre stata una sorta di argomento tabù, anche perché ogni volta che avevo tentato di approcciare questa disciplina, mi ero arreso dopo pochi metri. Insomma, ero uno di quelli che aveva metabolizzato la propria incapacità di correre e che aveva giustificato se stesso con una serie di "convinzioni limitanti" come quella che la corsa non mi piacesse oppure che non era compatibile con i miei problemi fisici. In appena 90 giorni questo insieme di limiti era stato finalmente "demolito" e questo mi aveva restituito fiducia sulle mie qualità individuali, e non solo nel settore della corsa o dello sport, ma in senso generale.
  
I maggiori benefici sull'autostima sono stati generati soprattutto dalla partecipazione alla Roma-Ostia, dal raggiungimento del traguardo di questa mia prima 21 km. Il traguardo della Corsa di Miguel, aveva rappresentato per me un risultato eccezionale, ma nei due mesi di allenamento che avevano preceduto l'evento ero riuscito a farmene "una ragione". Avevo avuto un approccio "progressivo" e quindi mi ero pian piano convinto che si trattasse di una sfida alla mia portata. E poi da qualche parte avevo letto che la partecipazione a una 10 km veniva considerato "il test del moribondo", perché il non riuscire a completare una corsa di 10 km in un'ora era proprio la dimostrazione del degrado fisico indotto dalla sedentarietà.
  
La Roma-Ostia era invece arrivata senza alcun preavviso, come un fulmine a ciel sereno. Non avevo avuto il tempo di abituarmi alla distanza, all'idea di poter correre per 21 km di seguito, da Roma a Ostia. Tutto questo aveva assunto per me il valore di una sfida memorabile e solo il fatto di averla superata mi aveva dato una grande carica che avrei poi utilizzato in tutti gli ambiti della mia vita.
     
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