lunedì 28 febbraio 2011

Alzati e Corri - I benefici sul controllo del peso

Alzati e Corri
dal divano alla Maratona in 365 giorni
Approfondimento I benefici sul controllo del peso
    
Non ho voluto aprire questo racconto con un capitolo dedicato ai benefici della corsa, come da “manuale”. E questo perché l’intento di questa “storia” non è certo quello di rappresentare un trattato teorico sulla corsa, anche perché non avrei i titoli per scriverlo, ma solo quello di condividere un’esperienza, con tutto quello che ne è derivato.
    
Una persona che approccia la corsa per la prima volta dopo un lungo periodo di inattività, come accaduto a me, non può certo aprire il suo racconto descrivendo i benefici della corsa, anche perché all’inizio è difficile riuscire a rendersi conto di quello che stia realmente accadendo al proprio corpo e alla propria mente. Le cose che si realizzano alla prime uscite sono soprattutto la fatica, e anche i dolori che si diffondono rapidamente nei muscoli delle gambe e nelle articolazioni. In questa fase ci si chiede spesso “ma chi me lo fa fare”, ma si continua a correre nonostante questi pensieri negativi, trainati da una grande motivazione collegata a una generica aspettativa di migliorare il proprio stato di benessere. Ci si aspetta da un momento all’altro di cominciare a volare, anche se all’inizio ci si ritrova spesso ad arrancare faticosamente.
  
Ora però, dopo 3 mesi di pratica podistica e una Mezza Maratona completata, potevo già trarre un primo bilancio credibile rispetto alle proprietà benefiche della corsa. Il primo settore su cui mi sembra doveroso riflettere è quello legato all’uso della corsa all’interno di una  strategia di controllo del peso, che poi è stata la principale “molla” che, almeno nella fase iniziale mi ha spinto a correre. In questo credo di essere in buona compagnia, perché sono ragionevolmente certo che una percentuale molto alta di runner che hanno iniziato a correre in età adulta, condivideva questa idea di base, e cioè che attraverso la corsa si potesse “perdere peso” oppure si potesse  mantenerlo con maggiore serenità, evitando rigidi schemi alimentari. 
  
A confermare questa certezza, la frequentazione dei tanti gruppi di runner presenti sui vari social network,  dove abbondano foto di pranzi luculliani con didascalie che esaltano il rapporto funzionale tra corsa e cibo. “Dopo una corsa di 2 ore, posso godermi questa meravigliosa Carbonara”…il web abbonda di frasi di questo tipo, quasi che il vero obiettivo di una corsa non fosse quello di raggiungere il traguardo, ma quello di “mettere i piedi sotto un tavolino” e rimpinzarsi di cibarie di ogni tipo. Ricordo di aver partecipato a un seminario focalizzato sugli aspetti motivazionali della corsa. Lo psicologo che conduceva i lavori aveva chiesto ai runner presenti di sintetizzare in una frase la motivazione principale per cui correvano. Molti tra i presenti avevano risposto esprimendo un’associazione diretta tra corsa e cibo. La possibilità di mangiarsi una lasagna senza complessi di colpa, sembrava essere la principale motivazione che spingeva tanti adulti a trasformarsi in runner assidui.
   
Rispetto al controllo del peso, dopo 3 mesi di attività, potevo dichiararmi soddisfatto, perché la corsa aveva contribuito a fermare una pericolosa deriva verso l’obesità. La determinazione a invertire la tendenza aveva in qualche modo preceduto la mia decisione di iniziare a correre, ma la corsa aveva contribuito ad accelerare il processo di perdita del peso, facendomi velocemente rientrare in una fascia di peso “accettabile”, anche se ero ancora lontano dal mio peso forma. Soprattutto mi aveva aiutato a perdere "massa grassa" a vantaggio della "massa magra", cioè la struttura muscolare, elemento determinante per chi pratica uno sport, molto più della perdita di peso complessivo.
Sulla base della mia esperienza, oggi non nutro alcun dubbio rispetto alla relazione positiva che lega la corsa con le strategie di controllo del peso.

Ma sempre in base alla mia esperienza personale, posso altresì affermare con convinzione che è invece illusorio pensare che la corsa rappresenti di per se stessa la panacea nei confronti della gestione del peso corporeo. Al momento in cui ho deciso di scrivere questa storia, come già detto in apertura, la mia battaglia contro il peso prosegue tra alti e bassi, con il classico approccio “yo-yo”. Il mio metabolismo sembra ancora seguire quel ritmo impazzito che ha caratterizzato gran parte della mia esistenza da adulto.
 
La corsa da sola non può indirizzare il problema di quelli come me, di quelli che da anni si battono contro la loro tendenza ad acquisire peso, ma deve essere sempre abbinata a un regime alimentare nutrizionalmente corretto, riducendo al minimo gli eccessi. 

La corsa quindi è un valido sostegno in una corretta strategia di controllo del peso, ma da sola non è in grado di operare miracoli, anche perché questa erronea convinzione genera uno degli errori più comuni del runner affamato: quello di mangiare molto di più grazie all’alibi della corsa che “pulisce la nostra coscienza”. La convinzione di aver fatto il “proprio dovere” ci fa sentire autorizzati ad eccedere, con la conseguenza che il peso non diminuisce e in alcuni casi tende ad aumentare.
  
Del resto il rapporto tra la corsa e il cibo va letto anche al contrario. Nel momento che si prende la decisione di correre bisogna aumentare la propensione a mantenere uno stile di vita sano caratterizzato da una nutrizione equilibrata. Perché una buona nutrizione ci permette di ottenere il massimo beneficio dalla corsa, facendoci entrare in un circolo virtuoso orientato al benessere. Una buona di nutrizione ci farà sentire meglio e quindi ci permetterà di correre e di allenarci al meglio, e questo ci aiuterà a mantenere il nostro peso corporeo all’interno di una fascia ottimale. A sua volta, questo stato di rinnovata energia, ci aiuterà a correre al meglio.
     
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