martedì 25 gennaio 2011

Alzati e Corri - La motivazione

Alzati e Corri
dal divano alla Maratona in 365 giorni
Approfondimento: La motivazione
di Lorenzo Bianchi - Psicologo
    
È ormai ampiamente dimostrato che lo sport, se praticato senza eccessi e con regolarità, può alleviare i sintomi di ansia e stress, migliorare le sensazioni di autoefficacia ed accrescere la fiducia in se stessi. Anche se questa convinzione è comune a tutti, molti di noi non riescono a mettere in atto i buoni proposti riguardo l’esercizio fisico. Come mai?
 
La risposta indubbiamente, almeno per l’impulso iniziale, risiede nella motivazione.
 
Per spiegare cosa sia la motivazione esistono molteplici definizioni, ma quella che maggiormente si addice al contesto dello sport riguarda la spinta che ha un individuo ad intraprendere un determinato percorso per raggiungere una data meta. Anche se i motivi che spingono ad iniziare un’attività fisica sono tanti e differenti, questi, seppur importanti non bastano, da soli, a mantenere i progressi nel tempo.
 
Il successo, nel senso di riuscita, in un’attività sportiva è influenzato da alcuni aspetti determinanti; decidiamo di affrontare un impegno sportivo se riteniamo che i benefici che ne trarremo successivamente sono utili e rilevanti per noi stessi, e soprattutto se saremo fermamente convinti che la capacità di raggiungere un obiettivo prefissato dipenda soltanto da noi. In poche parole, la disponibilità a sacrificare il nostro tempo libero per praticare uno sport deve essere “ripagata” da un saldo positivo tra costi e benefici, altrimenti prevarrà la demotivazione con il conseguente abbandono di quanto precedentemente iniziato.
 
Tutte le volte che prevarrà la paura di fallire e la credenza di non poter essere protagonisti di un cambiamento, bensì soltanto spettatori, aumenterà la nostra percezione di essere incapaci e di sentirci giudicati dalle persone che ci circondano.
 
Nell’ambito della psicologia dello sport, tre studiosi, Murray, McClelland ed Atkinson, hanno elaborato un modello secondo cui la motivazione si differenzia in: motivazione alla riuscita e motivazione ad evitare l’insuccesso.
 
La motivazione alla riuscita deriva dall’interazione di tre fattori diversi:
  • la forza dell’orientamento individuale al successo;
  • la probabilità percepita di avere successo;
  • il valore incentivante del successo.
Questo sentirsi maggiormente capaci e fiduciosi nelle proprie possibilità è stato sintetizzato dal concetto di autoefficacia di Albert Bandura. Secondo lo psicologo canadese, le persone con un forte senso di autoefficacia: 
  • vedono i problemi impegnativi come azioni su cui esercitare la propria padronanza;
  • sviluppano un interesse profondo nelle attività a cui partecipano;
  • sviluppano un forte senso d’impegno nei  loro interessi ed attività;
  • recuperano rapidamente dalle battute d'arresto e dalle delusioni.
Tutto ciò si esprime con lo sport, ma lo sperimentiamo in tutti gli ambiti della vita che viviamo.
  
Diversi studi (ad esempio Feltz, 1994) hanno dimostrato che le convinzioni di autoefficacia influenzano significativamente la motivazione e l’impegno con cui un atleta pratica il proprio sport e anche le prestazioni che raggiunge. Tuttavia, l’autoefficacia non agisce direttamente sul livello delle prestazioni future; essa si ripercuote sui processi di pensiero, sul livello e la persistenza della motivazione, sul grado di impegno profuso, e sugli stati affettivi. Tutti questi fattori contribuiscono in modo rilevante sulle prestazioni realizzate: le persone non provano neppure se ritengono di non essere capaci, ma, quando sono convinte di esserlo, il loro impegno e i loro successi superano spesso ogni previsione.
  
Eraclito diceva “chi non crede nell’impossibile non lo realizzerà mai” e ci sono degli esempi di prestazioni straordinarie nello sport che dimostrano che talvolta ciò che sembrava impossibile sia stato realizzato.
  
Una volta compreso che una prestazione è realizzabile da qualcuno, questo incide positivamente sulla convinzione di potercela fare anche in altre persone; infatti osservare qualcun altro che esegue correttamente un compito o realizza una certa prestazione rappresenta una delle quattro fonti principali dalle quali deriva il senso di autoefficacia.
 
Quindi per iniziare e progredire verso un’attività fisica bisogna trovare la giusta motivazione e mantenerla nel tempo, prefissando degli obiettivi stimolanti e non impossibili, così da poter incrementare la propria percezione di autoefficacia e trasferire tali processi di pensiero in tutti gli ambiti della propria vita.
       
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