domenica 18 maggio 2014

Per una giusta causa

Personalmente non considero la Race for the Cure una corsa, la considero una grande festa di popolo a favore di una "giusta causa", quella della prevenzione e della cura del tumore al seno.
    
Al di là dell'obiettivo principale, che rimane quello della "raccolta fondi", io credo che questa giornata sia un modo concreto di esprimere solidarietà a tutte le donne che si battono o che si sono battute contro questa "infame" malattia (come altro definire una malattia che colpisce le donne) e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione.
 
Le oltre 70.000 persone di tutte le età che oggi hanno attraversato il cuore della capitale, correndo oppure passeggiando, hanno offerto una grande prova di solidarietà che è andata ben oltre lo scopo specifico della manifestazione. 
  
Questa miriade di persone che si è "messa in movimento", per percorrere i 5.000 metri di questo suggestivo percorso ha in fondo espresso un ulteriore messaggio: quello del "movimento" come forma di "benessere" e "prevenzione"
 
E' per questo che oggi tanti podisti hanno preferito interpretare questa gara non tanto come una corsa agonistica, ma come un modo di coinvolgere familiari e amici in un grande evento, condividendo con loro il piacere di "mettersi in moto", e per una giusta causa.
 
E anche per questo che oggi ho preferito optare per la "non competitiva", partendo dalle retrovie. Questo approccio mi ha aiutato a sentirmi ancora più coinvolto nel clima di festa di questa manifestazione, esaltata dalla bella giornata di sole e dalla meravigliosa scenografia offerta dalla Roma Antica.
 
Certo, correre in quel fiume di gente non è stato facile, ma anche lo "slalom speciale" è una disciplina sportiva e il divertimento non è mancato. Anche oggi non ho rinunciato ad offrire la mia umile testimonianza per la causa dell'Ipertensione Polmonare, perché solidarietà chiama solidarietà.
 
A proposito di solidarietà, complimenti come sempre alla Podistica Solidarietà, che si è distinta sia nella prova competitiva, primo posto di società, sia in quella non competitiva, che si traduce nella capacità di "raccogliere fondi" a favore della Komen Italia.

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