domenica 23 marzo 2014

Maratona di Roma 2014 - Firenze è finalmente archiviata


   
Cosa c'entra Firenze con la Maratona di Roma? L'ultima Maratona corsa da me prima della Maratona di Roma, era stata proprio la Maratona di Firenze, nel novembre del 2013, conclusa con il mio primo ritiro, avvenuto al 22' km, a causa di una sequenza di problemi fisici originati da un'infiammazione alla spalla sinistra, precisamente al muscolo "sopraspinato". Un ritiro che aveva lasciato un segno nella mia convinzione e che non era stato ancora metabolizzato.

Quindi c’era il ritiro di Firenze da archiviare, e c’era anche l’Associazione Malati Ipertensione Polmonare da sostenere, e c’erano i sempre più vicini 50 anni da esorcizzare. Prima di questa Maratona di Roma, c’erano tutte le motivazioni per tagliare questo traguardo e conquistare la medaglia del ventennale.

Certo, non potevo pretendere più di tanto. La mia preparazione a questi appuntamenti è sempre un po’ approssimativa e i chilometri accumulati in allenamento sono sempre troppo pochi rispetto all’obiettivo. Però volevo fare meglio dello scorso anno e piano piano riavvicinarmi ai livelli del 2012. Tolgo subito ogni dubbio ai “top runner” che possono leggere incidentalmente questo post, i miei livelli del 2012 sono sempre roba da “TAP”, da uno che si è improvvisato runner a 47 anni non può pretendere molto di più.

Del resto io sono uno che corre solamente per sfidare me stesso, anzi l’altro me stesso, quello che aspirava a diventare Campione del Mondo di “divanismo”, una specialità che però non è ancora riconosciuta tra le specialità olimpiche. Posso quindi accontentarmi del passaggio da “divanista” a “maratoneta” e ignorare la questione cronometrica.

E poi, come già detto in precedenza, c’era quel ritiro di Firenze, che aveva incrinato le mie certezze. Non lo avevo ancora metabolizzato. Certo, c’era stato quel dolore lancinante alla spalla sinistra a fornirmi il giusto alibi, e le fatiche accumulate all’ECO MARATONA DEL CHIANTI a dare ancora più forza all’apparato giustificatorio, però…nella mia testa quel ritiro aveva lasciato un segno.

Dopo Firenze avevo avuto un calo motivazionale evidente e avevo sfogato questa mia delusione sull’alimentazione, accumulando un po' di chili.

All’inizio del 2014 la Maratona di Roma mi sembrava così lontana e irraggiungibile. Ma poi era arrivata la chiamata dell’AMIP, alla quale non avevo potuto che rispondere PRESENTE!

Da quel momento avevo dato il via al programma “rimettiti in forma”, che ha sortito i giusti effetti, mettendomi in grado di correre questa Maratona.

Eppure oggi l’incubo di Firenze è riapparso più di una volta. Soprattutto c’era quel maledetto problema alla spalla, ben curato dall’amico osteopata (nonché runner) Massimo Moretti, ma riapparso nei giorni scorsi a causa della mia "stramba" decisione di ridipingere casa. L’uso prolungato del “rullo” aveva contribuito a infiammare nuovamente il muscolo sopraspinato e negli ultimi giorni questo dolore si era fatto sentire spesso, aumentando le mie paure.

Al 22’ km, quello stesso 22’ km che aveva segnato il “ritiro” di Firenze, la mia sicurezza ha vacillato. Ma poi la determinazione ha fatto il resto.

E non si possono sottovalutare i tanti orange distribuiti sul percorso, con i loro incitamenti. Oggi ero vestito di blu, e quindi poco riconoscibile. I loro incitamenti arrivavano sempre con un po’ di ritardo, ma arrivavano sempre, e sempre forti.

C’è stato anche un curioso episodio a distrarre la mia mente in un momento critico. Sotto il tunnel del Lungotevere ho sentito urlare; mi sono girato e ho visto una canotta orange sdraiata sul ciglio della strada in preda ai crampi. Mi sono avvicinato a lui e ho iniziato a usare le tecniche imparate sui “campi di calcio” nel tentativo di sbloccare le sue gambe. Mi continuava a ripetere “vai via, lasciami qua, pensa al tempo”. Mi è venuto spontaneo rispondere “Paolo (nome letto sul suo pettorale), ma quale tempo, ma non lo vedi che il tempo è brutto? Fino a che non ti rialzi io resto qui”. Dopo pochi minuti Paolo è riuscito a rialzarsi e ha ripreso a camminare, Una volta giunto a casa, attraverso la classifica TDS, sono riuscito a ricostruire che Paolo era arrivato al traguardo non molto dopo di me, cosa che mi ha reso estremamente felice, aumentando il valore di questa Maratona.

Al 37’ Km ero ormai completamente cotto, quando si è materializzato il “solito” Lorenzo Bianchi, un grande amico in grado di sostenermi fino all’arrivo con le sue capacità motivazionali. Scherzosamente lo definirei il mio “incubo”, perché si materializza ogni volta che ho deciso di smettere di correre e cominciare a camminare. Lorenzo mi ha spinto fino all’arrivo dove ho chiuso con il tempo di 4:27:49, molto meglio dello scorso anno.
 
Questa corsa come sempre la dedico a Giorgia Onorati, sperando che per lei questo sia finalmente l'anno della svolta.
 
Adesso Firenze, è finalmente archiviata!
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